Coronavirus – le epidemie che hanno colpito Vigevano

Vigevano è stata testimone del passaggio di diverse pestilenze. In particolare resta traccia del contagio che si diffuse per alcuni mesi nel 1524 e di cui racconta Pietro Giorgio Biffignandi Buccella nelle “Memorie Istoriche della Città e contado di Vigevano”, opera postuma del 1810.

A queste sciagure – si riporta – tenne dietro un disastro il più spaventevole, che mai Vigevano avesse provato, cioè la peste. Venne propagata dagli soldati svizzeri, che ivi erano di presidio poco prima della partenza dell’ammiraglio Grossier, e vi durò per quattro mesi, e più. Incredibile è la strage, che essa fece, e il danno, che arrecò alla popolazione

In tutto 15mila morti, come riportato anche dalla fonte di Biffignandi, il libro delle ordinazioni della confraternita dell’Immacolata Concezione: «Anno domini 1525 die sexto decembris. Vigendo l’anno proximo passato la grandissima peste in questa terra di Vigevano, de sorte, che amancarono quindici millie persone, et poche restarono monde…». All’epoca non esisteva un conteggio puntuale, ma se si considera il primo dato disponibile, risalente al 1861, che rileva 17328 vigevanesi, è facile immaginare che la città ducale si ritrovò spopolata, oltre che prostrata per il fatto di trovarsi al centro dello scenario in cui confrontavano Francesco I di Francia e l’imperatore Carlo V, desiderosi di controllare Milano e la Lombardia. Tracce di un’ulteriore epidemia si ritrovano nell’archivio storico di Gorla Maggiore, il quale in una nota ricorda che a Vigevano «nel 1630, dopo un biennio di carestia, la peste mietè moltissime vite», in precedenza sempre Biffignandi ricorda quella del 1507, giunta da Genova, chiamata «peste dei Teramazzi» dal nome della famiglia che si riteneva responsabile della diffusione in città, molto prima che una simile accusa fosse rivolta agli untori di Milano e suscitasse l’attenzione di Manzoni, che dedicò ai capri espiatori la “Storia della colonna infame”. Nell’occasione i vigevanesi fecero voto di riedificare la chiesa di San Martino, come avvenne, con la consacrazione dell’edificio religioso nel 1508 a opera del vescovo di Novara Giulio Gallardo.

G.D.S.

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