Coronavirus Pavia / Nessun morto in Provincia nell’ultima settimana

Nessun morto di Covid-19 nell’ultima settimana in provincia di Pavia.

Per la prima volta dal 5 ottobre scorso – 9 mesi fa – non si conta neppure una vittima legata al Sars-CoV-2 sul territorio.

Il numero complessivo dei decessi resta perciò a 2592, cui occorre aggiungere circa 550 persone stimate come eccesso di mortalità nell’arco del 2020 a partire da dati Istat. Anche in Lombardia i deceduti si sono ridotti in maniera significativa e sono 6 in tutto, per un totale di 14 nell’intera Italia (+0.1%). A questi dati si associa la riduzione generalizzata del numero di casi attivi, che sono scesi a 225 in area pavese (-70.3% in una settimana), a circa 8400 a livello regionale e a 43500 a livello nazionale.

QUI Nel mese di giugno in Provincia i ricoveri sono calati del 62% su scala generale e addirittura dell’80% in terapia intensiva, valori anche più alti di quelli registrati in maggio e che portano ora a 16 degenze totali (-38.5% in sette giorni), di cui 4 in rianimazione (una in più). Nell’arco delle quattro settimane l’incremento dei deceduti è stato dello 0.7% contro il precedente +2.1%. Si tratta di fattori che dipendono anche dal calo dei contagi, che sono passati da +2.8% a +0.6% e si sono ridotti anche a livello cittadino: a Vigevano da +4.9% in maggio a +0.5% in giugno, a Mortara da +2.9% a +0.1%, a Pavia da +1.9% a +0.6%, a Garlasco da +2.5% a +0.3%, a Gambolò da +2.3% a +1.7%, a Voghera da +4.5% a +1.7%. I nuovi casi si sono quasi azzerati e anzi un ricalcolo ha portato a ridurre quelli di Vigevano, Mortara e Gambolò, mentre negli altri centri esaminati non se ne sono avuti affatto, con l’eccezione di Garlasco (+0.1%) e Voghera che si uniscono a Zeme (+0.8%) e a un focolaio registrato a Casorate, dove ci sono stati 11 positivi nell’ultima settimana (+1.3%).

TENDENZE La bella stagione e i vaccini continuano per ora ad avere un effetto più forte di quello delle varianti e in particolare della più contagiosa Delta, destinata a divenire prevalente in Italia. In giugno i positivi hanno fatto segnare -78.4% in Italia e -66.7% in Lombardia, accelerando la discesa rispetto a maggio, così come è accaduto alle degenze, scese rispettivamente del 76.1% e del 78.2% in rianimazione e del 75.4% e del 79.3% nei reparti Covid. Il percorso inverso ha fatto il tasso di mortalità, passando da +4.4% a +1.1% nella penisola e da +2.3% a +0.5% nella Regione. Tutte indicazioni che inducono all’ottimismo, anche perché nell’arco di sette giorni si è avuta un’ulteriore contrazione di un quinto e di un quarto dei positivi nel contesto italiano e lombardo, nonché di circa un terzo per le ospedalizzazioni. Sono in tutto 191 gli italiani costretti in terapia intensiva, per trovare un valore tanto basso occorre tornare a metà settembre del 2020. Ed è guardando al prossimo autunno che occorre mantenere l’attenzione e insistere su campagna vaccinale, sequenziamento del virus per individuare i focolai di varianti, ripresa della scuola.

Giuseppe Del Signore

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