Coronavirus Vigevano / Positivi avanti piano, a marzo ricoveri in calo

La nuova fiammata del coronavirus subisce un rallentamento.

Sia in Lombardia sia nel resto d’Italia i positivi aumentano ancora, ma a un passo più che dimezzato rispetto alla scorsa settimana (dati al 28-03).

Nel contesto regionale si arriva a 154mila positivi (+10.4%), in quello nazionale si resta sopra 1.2 milioni (+6.7%). Nonostante la decelerazione si tratta comunque di una recrudescenza dell’epidemia, che si legge anche nell’aumento dei posti letto occupati in particolare nei reparti Covid: in quelli lombardi si trovano 967 pazienti (+7%), in quelli italiani 9496 (+8.8%), mentre in terapia intensiva in un caso si assiste a una riduzione fino a 47 (-9.6%), nell’altro a un aumento fino a 487 (+5.2%). Per quanto riguarda l’efficacia del tracciamento dei contagi, quest’ultima si mantiene scarsa poiché il rapporto tra casi trovati e test eseguiti è rispettivamente del 12.2% e del 15.2%, sostanzialmente stabile rispetto a sette giorni fa e in aumento da tempo.

MARZO FREDDO Finora è stata una primavera timida anche per la Covid-19, nell’ultimo mese i casi attivi sono complessivamente aumentati sia a livello regionale sia a livello nazionale (+29.8% e +14%), interrompendo la decrescita che si era vista in febbraio dopo l’emersione della quarta ondata, benché per le degenze si è mantenuta l’inerzia accumulata nel periodo precedente ed è rimasto il segno meno: -51.5% e -31.8% per le rianimazioni, -8.1% e -12.5% per i ricoveri ordinari. Si è attenuata anche la corsa dei decessi, +1.5% e +2.7%, un dato che trova conferma anche a livello provinciale dal momento che nel pavese si è passati da +3.5% e 99 vittime con diagnosi di Covid-19 in febbraio a +1.6% e 47 persone uccise in marzo, di cui sei nell’ultima settimana.

UN ANNO FA Nonostante sia complesso effettuare paragoni tra il 2021 e il 2022 – sono cambiate le varianti e la campagna vaccinale allora era agli esordi, adesso è di fatto completa – anche dodici mesi fa a marzo si era avuta una risalita dell’epidemia rispetto a febbraio e gennaio, per poi assistere a un calo da aprile a giugno. Nelle prossime settimane sarà interessante se questa tendenza sarà confermata o se l’evoluzione sarà diversa. Di certo sono diversi i numeri, cosicché se oggi i positivi sono 1.2 milioni all’epoca erano circa 96mila, ma morivano 2332 pazienti contro i 594 di oggi, il 2.4% dei malati contro lo 0.05%, una misura dell’efficacia dei vaccini nel contrastare le forme più gravi della malattia. Anche a livello pavese il passaggio è evidente, da 129 deceduti a 47 a fronte di un numero molto più alto di positivi.

Giuseppe Del Signore

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