Nell’ultimo mese meno del 2% dei pavesi ha scelto di vaccinarsi.
A ottobre meno di un sesto di quanti ancora potevano accedere alla campagna vaccinale ha deciso di farlo, poco più di 9mila persone (dati al 01-11).
Un dato in linea con quello regionale che certifica una volta di più come, all’interno della popolazione target si sia raggiunta la soglia limite oltre la quale si estende la terra di nessuno di no vax, no pass, refrattari vari, senza riuscire a tagliare la quota “psicologica” del 90% che è stata raggiunta in tutte le altre province della Lombardia. Un risultato comunque alto rispetto al resto d’Italia e d’Europa, che per la maggior parte si collocano su livelli inferiori.
QUI LOMELLINA Guardando alle singole città, nelle ultime quattro settimane sono state nel complesso positive per Vigevano, che ha superato Pavia per la copertura dei vaccinabili. Le prime dosi somministrate in ottobre sono state 1089, più che a Pavia (873), Voghera (681) o Mortara (311), portando all’89.1% del target e al “sorpasso”, visto che nel capoluogo si arriva all’88.8%. A Mortara si è all’86.8%, a Garlasco e Cassolnovo all’88.1%, a Gambolò al 91.4% – uno dei comuni più virtuosi in Lomellina – come a Mede, a Voghera all’88%. Situazione leggermente diversa guardando alla popolazione totale, dove Vigevano è al 78% e Pavia all’83.5%: come mai questa differenza? Perché la platea degli “esenti” è molto più ampia nella città ducale piuttosto che nell’ex capitale dei Longobardi e quindi nella prima resta scoperta una quota più ampia dei residenti. Se si allarga lo sguardo all’intera popolazione infatti le cifre si sgonfiano, perché entrano nel conteggio anche quanti non possono vaccinarsi per ragioni di salute o perché under12. I potenziali immuni sono il 71.1% dei vigevanesi, il 68.2% dei mortaresi, il 70.9% dei garlaschesi, il 71.5% dei gambolesi, il 76.2% dei pavesi – qui il capoluogo resta al comando tra i centri principali – e il 71.9% dei vogheresi. In media le seconde dosi sono cresciute del 2.8% in Provincia, arrivando al 71% complessivo contro il 73.5% regionale, troppo poco in entrambi i casi perché si possa interrompere la circolazione virale, anche in considerazione della progressiva perdita di efficacia dei vaccini, che si manifesta con forza soprattutto a partire dal sesto mese dalla vaccinazione.
CHI MANCA In Lombardia poco meno di un quinto di chi ha tra 49 e 30 anni non è vaccinato, così come un quarto degli under19. Si tratta di circa 300mila (40-49) e 210mila (sia 30-39 sia 12-19) persone, che si aggiungono ai 30mila over80, agli 80mila del gruppo 70-79, ai 140mila di quello 60-69, ai 230mila di quello 50-59 e ai 97mila di quello 20-29, uno dei più convinti nell’adesione alla campagna vaccinale, col 90.3% di copertura nonostante l’accesso ritardato rispetto alle fasce più anziane della popolazione.
Gds