Vaccini Vigevano e Lomellina, un quinto dei residenti “scoperto”

In Provincia a novembre sono state fatte circa 3500 prime dosi.

Niente rispetto alle 425525 totali dall’inizio della campagna vaccinale, che è in corso da 11 mesi (dati al 29-11).

Di fatto le iniezioni sono state un terzo di ottobre e un sesto di settembre, una proporzione che si mantiene pressoché inalterata anche a livello di singole città. A Vigevano hanno deciso di accedere al percorso d’immunizzazione 388 persone nonostante ne manchino all’appello più di 5500 tra quanti rientrano nella popolazione target ovvero coloro che, volendo, potrebbero vaccinarsi, i quali si vanno ad aggiungere a quanti invece non possono o per ragioni d’età – gli under 12 – o per ragioni di salute, per un totale di circa 13mila residenti scoperti: in pratica un quinto dei vigevanesi non ha difese immunitarie per opporsi sia al contagio da Sars-CoV-2 sia agli effetti della Covid-19.

REPORT ISS Del resto l’Istituto superiore di sanità da mesi certifica che la differenza tra un vaccinato e un non vaccinato si traduce in un maggior rischio di infettarsi e di sviluppare una forma grave della malattia del secondo rispetto al primo, anche se i numeri possono ingannare: l’ultimo report (17-11) rileva che il 39.9% dei contagiati negli ultimi 30 giorni non è vaccinato mentre il 47.7% lo è da meno di sei mesi con ciclo completo, ma in termini assoluti la platea dei primi assomma a 7.9 milioni di persone mentre quella dei secondi a 39 milioni ovvero lo 0.6% del totale contro lo 0.2%. In termini relativi i contagi hanno un impatto tre volte superiore tra i non vaccinati e infatti il 64% di chi è in terapia intensiva rientra in questa categoria. Senza contare che la bilancia pende del tutto a favore dei vaccinati

se si considera quanti hanno tra 12 e 39 anni: in questa fascia non è vaccinato il 52.8% degli infetti, il 77.3% dei degenti, il 96% degli intubati, l’85.7% dei morti.

IN LOMELLINA Oltre a quanto visto per la città ducale, anche negli altri comuni lomellini quanti restano scoperti sono una fetta rilevante della popolazione. A Mortara si tratta di circa 1650 individui refrattari, per un totale di più di 3500, a Garlasco di circa mille, in tutto oltre 2mila, a Gambolò di 650, si arriva nel complesso sopra 1800, come a Cassolnovo, più di 1500 complessivi, a Mede poco meno di 5cento e se ne contano in tutto più di 1100. In Provincia sono quasi 50mila i “renitenti” al vaccino e 109mila la quota di pavesi che non ha protezione, senza contare quanti pur vaccinati sono nel pieno del calo dell’efficacia vaccinale perché hanno ricevuto la seconda dose oltre sei mesi fa. Ancora una volta un quinto dei residenti si ritrova con un sistema immunitario che non ha acquisito una risposta all’infezione da coronavirus. E’ vero che una parte dei non vaccinati ha contratto l’infezione ed è guarita, ma quelli con diagnosi in tutta la Lombardia sono 31mila negli ultimi sei mesi, quindi una quota poco significativa.

NON HO L’ETA’ Se si analizzano le fasce demografiche, in Lombardia la minore adesione alla campagna vaccinale si concentra tra i 30 e 59 anni. Nel gruppo 30-39 manca all’appello il 15.9% pari a circa 190mila soggetti, in quello 40-49 l’11.9% pari a circa 285mila, in quello 50-59 il 13.1% pari a circa 220mila, allargando ulteriormente lo sguardo tra gli under 19 non ha optato per il vaccino il 22.8%, circa 180mila adolescenti, e tra chi ha dai 60 ai 69 anni l1.4%, circa 140mila.

Giuseppe Del Signore

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