Vigevano, il coronavirus entra anche al De Rodolfi

Il fortino del De Rodolfi è sotto assedio e il coronavirus cerca di fare breccia nelle mura. Anche la casa di riposo di Vigevano ha i primi casi di Sars-CoV-2, che al momento interessano 20 persone, 7 operatori e 13 ospiti, di cui rispettivamente solo 1 e 3 sintomatici.

«Abbiamo resistito per otto mesi e mezzo – commenta Andrea Deplano, direttore generale dell’Azienda multiservizi – superando anche l’inizio della seconda ondata. Abbiamo sempre applicato tutti i protocolli previsti, ad esempio impedendo l’accesso in struttura a fornitori e famiglie, un sacrificio che abbiamo chiesto ai parenti per abbassare il rischio di contagio. Per tutto questo tempo ha funzionato, purtroppo è difficile individuare gli asintomatici e forse ha giocato anche un ruolo lo “eccesso di sicurezza”, con un momento di rilassatezza da parte del personale a fronte dell’assenza di casi».

De Rodolfi - Andrea Deplano
il direttore Deplano (a sinistra)

SOTTO CONTROLLO L’obiettivo del De Rodolfi è bloccare il focolaio e impedirgli di propagarsi all’interno della struttura, per questo motivo il personale risultato positivo è stato sottoposto a isolamento domiciliare e i pazienti sono stati collocati in un’area separata, mentre tutta la “popolazione” della casa di riposo è stata sottoposta a tampone molecolare. «Per ora – precisa Deplano – del personale sono coinvolti solo Asa, mentre medici e infermieri sono negativi, forse questo è dovuto al fatto che i primi hanno un maggiore contatto fisico con i degenti». In ogni caso «al momento la rsa regge e non abbiamo problemi nel coprire i turni» né c’è preoccupazione per l’evolversi del contagio. «Finora non abbiamo avuto sintomi importanti e questo ci rasserena. Siamo in contatto costante con Ats, con cui stiamo studiando tutte le mosse».

VACCINI SOSPESI La presenza di casi in struttura ha avuto come effetto indiretto anche il blocco della campagna vaccinale anti-influenzale per gli ospiti del De Rodolfi. «Abbiamo ricevuto le dosi in concomitanza con l’emergere dell’infezione – spiega il direttore di Asmv – quindi a scopo precauzionale non l’abbiamo avviata e valuteremo insieme ad Ats come comportarci».

Giuseppe Del Signore

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