Circolab, pronti a ripartire

Il Circolab dorme nel cuore del quartiere Pietrasana, stretto tra case popolari gialle ed erba alta. Quello che era nato come luogo d’incontro del quartiere, premiato anche come eccellenza architettonica, ma rimasto per lungo tempo chiuso e al centro di una non semplice gestione, grazie a Vigevano.Inc (piano di rigenerazione urbana portato avanti dall’amministrazione ducale) potrebbe assistere alla tanto attesa rinascita come polo di attività sociali.

IL RINNOVO Nei prossimi mesi potrebbero ripartire progetti sociali nell’edifico di via Alfieri. «Il Comune di Vigevano, in collaborazione con Aler Pavia-Lodi, ha rinnovato la convenzione per l’uso del fabbricato del Circolab, situato nel quartiere Pietrasana. Questa iniziativa prevede, a seguire, nuove attività, a partire dai prossimi mesi del 2024, con l’obiettivo di promuovere programmi educativi, sociali, culturali e di svago a beneficio dei residenti – spiegano infatti dal Comune – il Circolab servirà infatti come hub per diverse iniziative che puntano a migliorare la qualità della vita urbana e a rafforzare il tessuto sociale della comunità». Il tutto avverrà grazie ai finanziamenti provenienti dal Fondo Sociale Europeo Plus e dalla Fondazione Cariplo, insieme ai contributi della Regione Lombardia:

Il progetto – proseguono dal municipio – prevede attività che vanno dall’educazione alla formazione professionale, essenziali per il rilancio economico e sociale del quartiere.

ECCELLENZA Costruito nei primi anni 2000, il Circolab avrebbe dovuto rappresentare il fulcro del recupero di un quartiere che già allora presentava problematiche sociali ed edilizie. Realizzato nell’ambito dei “Contratti di Quartiere” promossi dal Ministero dei Lavori Pubblici (anche su input della popolazione stessa della zona) finanziato con 516mila euro dalla Regione Lombardia e con 177mila dalla Commissione Europea, a livello architettonico fu un successo: il progetto risultò vincitore del premio In/Arch Ance e fu progetto finalista del Premio medaglia d’oro all’architettura italiana 2006. Come punto di riferimento sociale del quartiere però il suo avviamento fu più faticoso, tanto che già nel 2007, con lo scioglimento dell’associazione di inquilini che lì gestiva alcune attività, il centro chiuse i battenti. Da allora tentativi di riapertura, più o meno riusciti, si sono susseguiti negli anni: l’obiettivo attuale è quello di dare organicità a tali interventi e supporto alle realtà ospitate nell’edificio.

PROGETTUALITA’ Per chi conosce la realtà della zona, l’importante è che si riparta. «Il Circolab potrebbe essere un gioiellino, per come era stato pensato allo scopo di integrare le fasce più deboli della popolazione – racconta Alessio Bertucci, capogruppo del Pd che si è più volte interessato del tema – poi però è stato lasciato allo sbando». Una situazione che non si è originata durante la corrente amministrazione, ma che dura da anni. «Allo stato attuale, servono investimenti soprattutto in figure professionali, come gli educatori per i giovani – prosegue Bertucci – soprattutto serve che le attività non siano a spot, non si può chiudere e aprire di continuo. Serve una progettualità che duri anni e di conseguenza i relativi investimenti». Per il rilancio del quartiere servirebbero anche risorse sul fronte abitativo: «Ci vorrebbero investimenti, ma in questo caso di Aler, per ristrutturare le case popolari che hanno grossi problemi di manutenzione. Negli anni non c’è stata la volontà affinché questo quartiere rinasca».

Alessio Facciolo

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