Un anno fa di questi tempi la gente cantava sui balconi e stendevano striscioni di speranza…era la fase della solidarietà e della fiducia.
Poi si è passati alla rabbia… per i continui dpcm restrittivi e con il fallimento totale della campagna vaccini
Oggi, pian piano sta subentrando la rassegnazione. Questo preoccupa. Una rassegnazione dovuta a tanti elementi, tra cui uno dei più importanti è certamente quello della mancanza dei vaccini.
Non sappiamo, francamente, come il ministro della Salute, in un suo recente intervento, abbia potuto parlare di «ultimo miglio», chiedendo ultimi sacrifici perché vediamo la luce in fondo al tunnel
Da ciò che leggiamo sui giornali e dalle notizie che ci vengono date, in effetti, questa luce non si intravede nemmeno da lontano. Ecco, allora, purtroppo, la rassegnazione. Gli italiani di solito non si rassegnano tanto facilmente, trovano sempre la forza per ritrovare una speranza. Ma stavolta sembra molto difficile.
Non vogliamo certo portare e condividere questa rassegnazione, ma vogliamo indicare alcuni elementi che possano aiutare a guardare quella “luce” capace di ridarci fiducia e speranza.
La fatalità da parte di chi dovrebbe provvedere al reperimento dei vaccini non fa altro che aumentare questa rassegnazione, accompagnata da una certa rabbia vedendo che si fa grande propaganda per il “piano vaccini” e poi basta che uno telefoni per informazioni o prenotazioni e trova sempre la linea occupata
Così come un recente sondaggio curato in collaborazione con l’Università Cattolica conferma la fragilità della Dad, non tanto per la buona volontà degli studenti, ma soprattutto per la carenza della struttura tecnologica del nostro Paese.

Sappiamo che l’Italia è un Paese carente dal punto di vista strutturale (non solo per la Dad), ma sappiamo anche che gli italiani di solito riescono sempre a sopperire con la loro fantasia e la loro solidarietà. Tutto questo, oggi non basta.
Il rischio della rassegnazione è pericoloso, perché fa perdere le forze e le speranze. Un discorso che certamente non può fermarsi solo all’aspetto strutturale, ma che nello stesso tempo richiede risposte certe e concrete, non solo propagandistiche. Gli italiani sono sempre stati pronti ai sacrifici, ma quando questi sono motivati da un traguardo condiviso che si vuole raggiungere.
A meno che ci si voglia affidare, tanto per distrarre un po’, esclusivamente al festival di Sanremo… sperando che non diventi il famoso “panem et circenses” degli antichi romani
Dep