Osservatorio 18-06 / Toccare con mano

“Ottoxmille”, “Obolo di San Pietro”, “Carità del Papa”… decine di giornate specifiche durante l’anno per raccogliere fondi con diverse destinazioni, per non contare le offerte in parrocchia e le continue esigenze su più fronti delle comunità locali… sta Chiesa che chiede sempre soldi! Verrebbe da dirlo e molti si lamentano proprio per una chiesa sempre “sul mercato” nel chiedere soldi ai fedeli.

Tutto questo a volte accompagnato da scandali quando si scopre, ad esempio, che con la “carità del Papa” hanno comprato un palazzo a Londra… nello stesso tempo, però le rendicontazioni e i bilanci della gran parte di questi Enti sono non solo perfetti dal punto di vista contabile, ma soprattutto “smascherano” situazioni di povertà inimmaginabili e portano progetti di solidarietà dei quali nessuno si ricorderebbe mai.

Allora è d’obbligo una riflessione su questo continuo “chiedere offerte” da parte della Chiesa. Come in tutte le cose, anche in questo delicato settore, bisogna “toccare con mano”, senza cadere nei luoghi comuni o nelle denigrazioni da parte di una certa mentalità.

PP Giornata poveri Caritas panini

Il più grande fautore del “toccare con mano” è proprio Papa Francesco, per il quale, naturalmente, il “toccare con mano” non vuol dire “contare i soldi”, ma ha il significato di incontrare davvero le diverse povertà del nostro tempo, non stando ai margini, ma “buttandosi” con coraggio nelle diverse situazioni e soprattutto nell’incontrare le persone, con le loro povertà, le loro attese, le loro speranze.

Il Papa ha ricordato tutto questo proprio pochi giorni fa, pubblicando il messaggio per la “Giornata Mondiale dei Poveri”, che sarà celebrata nel mese di novembre, proponendo l’evangelico (e provocatorio) tema: “i poveri li avete sempre con voi”…

Un tema che ci provoca proprio nello stesso atteggiamento della carità cristiana e nel significato della nostra offerta, che deve cambiare motivazione e mentalità: non dobbiamo semplicemente dare un’offerta “per” i poveri, ma “con” i poveri. Offrire denaro “per” qualcuno assume il senso della distanza, immaginando i poveri sempre lontani dai nostri habitat, in quel “terzo mondo” che non è solo geografico, ma soprattutto culturale.

Fare un’offerta “con” i poveri vuol dire incontrarli, vederli, condividere, magari lasciandoci pienamente coinvolgere da situazioni e da ogni forma di povertà, che non è solo quella economica. Anche offrire per l’Obolo di San Pietro o per la Caritas o le Missioni può avere il sapore di delega… noi diamo 10 euro, a sporcarsi le mani saranno altri…

“Benvengano” allora le tante richieste di offerte, lamentiamoci anche un po’, ma sempre meglio mettere mano al portafoglio che “le mani” in ferite da curare…

Dep

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