Osservatorio 19-11 / Di mano in mano

Si parlerà di “tutela dei minori” in questi giorni. Domenica, infatti, viene celebrata la “Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale” e contemporaneamente la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito una Giornata nazionale di preghiera e di sensibilizzazione. Nelle pagine interne di questo numero si parlerà di questo importante problema e urgenza della nostra società.

Non vogliamo certo sostituirci agli esperti in questo impegno nel trattare il delicato problema. Ma, in qualità di “giornale” ci piace riandare alle immagini, che spesso “raccontano” più di qualsiasi studio di esperti. Vogliamo accompagnare la riflessione pensando ad immagini che la cronaca mette in primo piano. Ad esempio, il drammatico fatto di Viterbo, dove un papà ha ucciso il proprio bambino di 10 anni, in seguito allo sconvolgimento per la separazione dalla moglie. A seguire, peggio ancora, la strage di Sassuolo dove un uomo ha sterminato l’intera famiglia. O l’immagine di quel bambino “passato” dalle mani di una mamma ad un soldato americano all’aeroporto di Kabul durante la drammatica fuga dall’Afghanistan… e quel bambino oggi non si trova… o ancora le immagini di bambini che vengono passati di mano in mano durante gli sbarchi degli immigrati sulle coste del Mediterraneo.

Tutti i giorni, poi, leggiamo sui giornali, a cominciare dalla triste vicenda del “piccolo” Eithan, di bambini usati come “merce di scambio” o strumento di ricatto nelle sempre frequenti vicende di separazioni. Queste sembrano essere “immagini” estreme, per casi “eccezionali” potrebbe pensare qualcuno. Ma se siamo sinceri con noi stessi sappiamo che non è così. Nella “normalità” della vita di oggi, infatti, i bambini vengono passati di “mano in mano” quando sono sballottati a destra o sinistra secondo le necessità o i capricci dei genitori.

Una qualsiasi agenda di una famiglia di oggi, ad esempio, parla di bambini “affidati” alla mamma per un tot numero di giorni, o al papà per un fine settimana al mese o una domenica da una parte due domenica dall’altra, le vacanze degli anni pari con un genitore, quelle degli anni dispari con l’altro, con tanto di seguito di nuovo compagno o nuova compagna naturalmente… famiglie che sembrano più fermate di metropolitane che “luoghi” dove un minore può crescere secondo i suoi veri diritti, quelli di avere due genitori che lo educhino davvero, quando per educazione non si intende solo “baby sitter” o “scuola di calcio” o di “equitazione…”. E’ giusto denunciare casi estremi, ma a volte può essere un alibi per non “denunciare” casi normali, forse più subdoli di quelli estremi.

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