Osservatorio 24-2 / Il coraggio della pace

Esattamente un anno fa iniziava la guerra in Ucraina, con l’invasione da parte della Russia. Doveva essere una guerra lampo…è diventata una guerra “ripiegata su se stessa”, con il rischio di espandersi, invece di cercare soluzioni diplomatiche.
In tutto questo anno, infatti, si è parlato quasi esclusivamente di armi piuttosto che di accordi capaci di portare alla pace. L’Ucraina richiede continuamente armi per combattere il colosso sovietico. Gli altri Stati assicurano il sostegno militare per sostenere Davide contro Golia.
Mettendo sul tavolo solo il tema degli armamenti è logico che non si possono intravedere spiragli di pace, anche se sappiamo che gli antichi romani avevano assunto la strategia del “se vuoi la pace prepara la guerra”.
Facilmente si può capire che non si tratta solo di diplomazie, di accordi strategici, di tavoli per cercare soluzioni.

La guerra in Ucraina è diventata “mondiale” non tanto per le armi e i rischi che ne conseguono, ma soprattutto perché in essa si rispecchia tutta l’umanità, con le sue contraddizioni, con i suoi egoismi e le sue prepotenze. Un’umanità, potremmo dire “ripiegata su se stessa”, incapace di trovare sbocchi nuovi per il suo futuro. Si va avanti, in tutte le parti del mondo, con i ritmi frenetici di ogni giornata, con il lavoro, gli interessi, i divertimenti, pensando che la guerra sia “da un’altra parte”, lontana da noi. Sappiamo che non è così, perché la guerra, questa guerra, come ogni guerra, ci tocca da vicino, non solo per le conseguenze economiche o per il gas, ma perché è lo specchio del mondo di oggi, quello dei nostri quartieri quotidiani, delle nostre famiglie, dei giovani e il loro futuro…

Papa Paolo VI, che aveva istituito la “giornata mondiale della pace” ogni anno il primo gennaio, aveva voluto indicare i temi delle “giornate” collegandole a valori legati alla parola “pace”…”se vuoi la pace educa alla giustizia”, “se vuoi la pace difendi la vita”,intuendo che le vere “trattative” per arrivare alla pace sono quelle sui valori da riscoprire, che accompagnano la pace.

Oggi come è difeso e proposto ad esempio, il valore della vita? Anche da parte di coloro che sbandierano cartelli con scritto pace! Come ci si educa alla giustizia? Quale posto occupano nella cultura di oggi i valori del “dono”, del “perdono”, della “solidarietà”?
Sono valori, purtroppo, non più unanimamente riconosciuti dalla cultura nell’umanità di oggi. Per questo la guerra in Ucraina è “mondiale”, perché il mondo non sa più riconoscersi in valori comuni e autentici sull’uomo e sulla vita.
Ben vengano le trattative, naturalmente, ma sappiamo che la vera pace non si costruisce su un metro quadrato in più di territorio.

Dep

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