Osservatorio 24-6 / Riflessione aperta

Non vuole essere una provocazione, ma una riflessione a voce alta. Giustamente il nostro giornale sceglie la prima pagina per evidenziare due grandi “eventi” che hanno radici nella Chiesa, ma che soprattutto vogliono essere testimonianza e coinvolgimento di realtà sociali che ci toccano da vicino, i ragazzi e le famiglie. Anche con un po’ di presunzione ci piace pubblicizzare “momenti” che coinvolgono migliaia di persone, anche per mandare un messaggio alla società e al mondo del nostro tempo capace di evidenziare una presenza fattiva e autorevole del mondo cattolico in diverse fasce della società di oggi. Se permettete anche un po’ di dietrologia, il nostro vuole essere un messaggio esplicito per chi ci vorrebbe esclusivamente in “sacrestia”, vale a dire interpretare la dimensione di fede solo nella sfera privata.

Ma il Signore, lo sappiamo, “punisce” i presuntuosi e, di fronte a questo bel messaggio che dice “siamo in tanti”…ci costringe anche ad una riflessione più concreta e spesso difficile da ammettere. Migliaia di ragazzi ai Grest nei nostri oratori, migliaia di famiglie a Roma (la settimana scorsa nelle diocesi)….il giorno dopo vai a Messa e trovi qualche decina di persone in chiesa, tra cui giovani da contare sulle dita di una mano… fai una riunione di catechesi per le famiglie a vengono quattro fedelissimi al parroco, fai il catechismo e ti accorgi che lo stesso viene dopo la scuola di danza o l’allenamento sportivo…fai la preghiera per le vocazioni e le statistiche dicono, ad esempio, che nella nostra diocesi tra dieci anni ci saranno una ventina di sacerdoti…fai la processione del Corpus Domini e quasi con vergogna vedi che nemmeno smettono un attimo dal mangiare il gelato nei bar sul percorso. Ci dobbiamo “accontentare” delle “folle” programmate per i grandi eventi?… e far finta di non vedere tutto il resto?… dobbiamo fare la scelta del “resto d’Israele” e non pretendere sempre la visibilità o l’illusione delle grandi folle?

Indubbiamente la risposta a queste domande è la vera provocazione, che ce la mette davanti il Signore proprio per non lasciarci nella “vanagloria” di un evento organizzato nel migliore dei modi, con tanto di schermi e traduzioni simultanee. Inutile dire che, indubbiamente, sarà lo stesso Magistero della Chiesa ad indicarci quali strade percorrere e quali scelte privilegiare, ma una riflessione a voce alta e soprattutto nel nostro cuore fa sempre bene, proprio per aiutarci a quella missione dell’annuncio che non sempre (forse mai) risponde ai classici canoni della comunicazione. Una riflessione che chiede magari anche altri contributi, non nel segno del disfattismo o dell’arrendevolezza, ma del cercare sempre la strada migliore per l’annuncio e la testimonianza. Ben vengano comunque queste due belle foto in prima pagina, perché sono il segno di una bella testimonianza!

Dep

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