Vigevano città ideale. Era il titolo di una pubblicazione del Comune con vista su Expo 2015. Come tale del resto l’aveva sognata Ludovico il Moro, che all’avvento del Rinascimento voleva fare di un piccolo borgo ai margini della storia non più una zona importante solo per il passaggio da una sponda all’altra del Ticino, ma il suo capolavoro.
Non finì come aveva immaginato: le guerre d’Italia, provocate da lui stesso chiedendo l’intervento del re di Francia Carlo VIII nel 1494, spezzarono il dominio degli Sforza e la primavera vigevanese. Anche oggi più prosaicamente l’amministrazione, con l’aggiornamento del Piano di governo del territorio, intende «scegliere le politiche urbane adatte per i prossimi anni, che si annunciano complessi e ricchi di sfide», recuperando «i quartieri che oggi sono una periferia fisica o sociale, le aree pubbliche dismesse», «valori paesistici e ambientali presenti, ma che non sono percepiti».
In questi ultimi due numeri prima della pausa estiva anche L’Araldo vuole provare a immaginare come potrebbero essere un borgo, Vigevano, e un contado, la Lomellina, se non “ideali” quanto meno vivibili.
Per farlo si presenteranno alcuni interventi in ambiti specifici; avrebbero potuto esserne scelti altri, ma il tema è complesso e non è questa la sede per un progetto complessivo di città o di territorio, a cui il settimanale diocesano contribuisce con i suoi spunti attraverso la sezione “Primo piano” e continuerà a farlo in futuro. La viabilità, che tocca tutti i cittadini, dove l’amministrazione con il nuovo Piano generale del traffico urbano sembra avere in mente un modello diverso, dalla Ztl alle zone 30 temporanee, dallo spazio per la mobilità dolce al miglioramento della sicurezza stradale, soprattutto nei pressi delle scuole. La gestione dei rifiuti, altro tema su cui è forte la sensibilità tanto degli addetti ai lavori quanto dei cittadini e per cui, con l’inaugurazione della piazzola ecologica di via Teresio, si apre una finestra di opportunità che occorre avere il coraggio di spalancare con la tariffa puntuale.
Quindi i servizi per gli anziani: nel dibattito pubblico ricorre il nuovo De Rodolfi, ma c’è bisogno anche di spazi di socialità e di un’attenzione all’invecchiamento in salute. Quanto ai giovani, la formazione è il campo su cui si gioca il futuro non solo loro, ma anche del sistema produttivo locale. I soggetti coinvolti (imprese, scuole, politica) sulla carta sono favorevoli alla costituzione di un Its per formare tecnici specializzati, anche in questo caso si sente l’esigenza di un passo avanti concreto, magari in parallelo al costituendo “Ecosistema lombardo della calzatura”. Necessitano di attenzione anche le famiglie, a partire da politiche di promozione della natalità (come asili gratis e senza liste d’attesa, il servizio ostetrico a domicilio nei giorni post-parto) che in comuni più piccoli (ma non troppo) sono diventate realtà grazie al recupero della Tari evasa. Infine la socialità a 360°: parchi aperti, recupero delle aree dismesse, possibilità di praticare lo sport gratuitamente. Altre esigenze saranno messe in risalto la prossima settimana per la Lomellina, dalla mobilità all’importanza dei negozi di vicinato, dall’offerta scolastica alla messa a terra della “Agenda strategica per la Lomellina” realizzata dal Politecnico di Milano per l’area interna.
Giuseppe Del Signore