Non sappiamo se questa seconda ondata del “covid” sia più pericolosa della prima. Una cosa è certa, è più confusa e proprio per questo più rischiosa. Sembra “si navighi a vista”, sia con le diverse tesi dei virologi, sia con gli svariati e spesso macchinosi provvedimenti sanitari e sociali.
Il termine “dpcm” oggi certamente risulta la parola più in uso e più conosciuta. Addentrarsi nei meandri di tutte le regole e regolette in quei decreti non è facile, anche perché questi stessi decreti non sono generati da oggettive interpretazioni o scelte delle diverse situazioni, ma il più delle volte dai diversi scenari politici o dalla necessità di scontentare nessuno… o tutti!
Molto diverso il clima della cosiddetta “prima ondata”, quando lo slogan “andrà tutto bene”, con tutti i suoi limiti, accomunava in un percorso di condivisione, di consapevolezza e di solidarietà.
Oggi ci si rende conto che mancano gli “anticorpi” non solo in termine sanitario, ma soprattutto in termine morale, culturale e sociale
Certamente il rispetto per il lavoratore deve essere al primo posto, ma andare in crisi perché non si possono fare aperitivi per un mese, francamente ci sembra preoccupante.
Ma non è solo questo, evidentemente. Mancano diversi “anticorpi”. Ad esempio l’anticorpo del sacrificio, termine (che noi preferiamo chiamare “valore”) oggi ormai uscito da tutti i vocabolari delle nostre vite quotidiane. Manca l’anticorpo della famiglia, dalla quale forse si era più abituati a fuggire che a ritrovare e ritrovarsi
L’anticorpo delle relazioni, ormai ossessionati dai nostri piccoli orticelli, con porte blindate e con totale diffidenza di chi non appartiene alla nostra cerchia di amici. L’anticorpo della solidarietà, soppiantato dalla abitudine di “guardare” dall’altra parte quando si incontra una persona che soffre.
Manca, certo, l’anticorpo della fede, da non leggere solo come “rifugio” per qualche preghiera in più in un momento difficile, ma come impostazione di vita.
Potremmo proseguire in questo elenco di “anticorpi” che oggi abbiamo perso e proprio per questo siamo diventati tutti più vulnerabili.
Il rischio è che quando riusciremo a debellare questo virus, ci troveremo comunque senza anticorpi, deboli, vulnerabili in quelle che fino a ieri immaginavamo come certezze e che invece si sono improvvisamente rivelate come fragilità.
Certamente, dopo il covid, sarà bello ritrovarci (per il bene di tutti anche dal punto di vista economico) per un aperitivo insieme…basta che non finisca tutto lì, altrimenti saremo ancora vulnerati da qualsiasi altro virus, non solo sanitario
Dep