Mandati a casa perché residenti fuori provincia. E la precedenza l’avevano quelli del posto. Oggi tutti griderebbero allo scandalo, invece cento anni fa nessuno fece una piega. Tranne il cronista de L’Araldo. Il solito cattolico oscurantista, si direbbe oggi. Invece fu proprio il “cattolico oscurantista” ad indignarsi. Per una situazione davvero incresciosa. I dirigenti scolastici della provincia di Novara, ad anno scolastico iniziato decisero che i ragazzi iscritti all’Istituto tecnico di quella città ma residenti nel Vigevanese non avevano più diritto a frequentare le lesioni presso quell’Istituto: furono messi in libertà e si trovarono senza scuola.
STUDENTI DIMESSI «Furono dimessi – scrisse il nostro cronista di cento anni fa – per far luogo ai giovani studenti della Provincia di Novara». Nessuno, al momento, si accorse di nulla. O decise che era meglio ignorare il problema. Ma il cronista dell’Araldo si chiese se «era lecito un provvedimento simile ad anno incominciato». Una sottolineatura: il cronista specifica «ad anno incominciato». In città, intanto, i Calzolai aveva celebrato la festa dei loro santi patroni, Crispino e Crispiniano, cui dal Settecento era dedicato un Consorzio. E fu una bella festa. Il nostro cronista, infatti, annotò che «la festa fu solennizzata con pompa anche superiore a quella che usavano i nostri padri». Ma bisognava prendere un po’ di coraggio e andare avanti. Perché è vero che avevamo vinto la guerra ma eravamo comunque a piedi. In settimana c’era stata l’esecuzione della “Risurrezione di Cristo”, uno dei più noti oratori di Lorenzo Perosi, eseguito al teatro Cagnoni sotto la direzione di Marziano Perosi, il fratello del compositore tortonese (ma di origini lomelline). Applausi per tutti, solisti, coro, orchestra.
NUOVO ORGANO E a Mortara prendeva vita il rinnovato organo dell’Abbazia di Santa Croce. L’organaro Krengli, di Novara, aveva restaurato ed adeguato il vecchio organo Mentasti. Il maestro Pietro Rizzoli di Savona, coadiuvato dal maestro Carlo Ferraris, dette corso al collaudo del rinnovato strumento, con espressioni lusinghiere per l’organaro novarese. «Il suo ripieno è robusto e pastoso – scrisse – i registri di concerto varii e ben combinati; la registrazione dei pedali omogenea a quella del manuale e poi tutta la meccanica pronta e silenziosa». Concludendo con «l’intonazione generale perfetta». Di più, impossibile chiedere.
Carlo Ramella