I tassi lomellini sono golosissimi di frutta e lombrichi, ma non disdegnano cereali, piccoli animali e persino… cinghiali. Fornendo così la prova che questo bianconero abitante notturno delle nostre campagne è decisamente di bocca buona e sa adattarsi a quanto fornisce il territorio circostante. A rilevarlo è uno studio delle università di Pavia e dell’Insubria, che prende in esame le abitudini alimentari di sette diverse popolazioni di tassi, collocate in altrettante località del nord ovest d’Italia.
Tra le location scelte dai ricercatori c’è anche il bosco Negri e Moriano, situato tra Carbonara e Zerbolò in pieno parco del Ticino: un’area caratterizzata da una gran varietà di ambienti come boscaglie, terreni coltivati, pioppeti e zone umide.
Tale diversità si ripercuote anche sulla dieta dei tassi, che si confermano essere una specie in grado di adattare le proprie scelte alimentari a seconda delle differenti disponibilità di cibo sul territorio: dall’analisi delle feci degli animali, il cui passaggio è stato registrato anche da delle fototrappole, circa il 65% della dieta dei tassi lomellini è composto da frutta (soprattutto gelsi, ciliegie, bacche, mele selvatiche, i cui semi contribuiscono anche a disperdere per la campagna) seguito da un 10% di lombrichi. E fin qui niente di strano: nonostante sia tra i mustelidi più grandi (è parente quindi di donnole, lontre e furetti), il tasso non è un gran cacciatore, e frutta e vermi sono notoriamente i suoi piatti preferiti. Ma tra i luoghi presi in esame nello studio, il bosco Negri è quello dove questa specie ha la dieta più varia comprendendo altri invertebrati (5%) e, per il 3% ognuno, cereali come mais e riso, mammiferi di taglia media (probabilmente piccoli di minilepre, specie di origine nordamericana ormai diffusissima nella Pianura Padana) e carne di ungulati, per la maggior parte proveniente da carcasse di cinghiali, animali che ovviamente non potrebbero mai predare da vivi vista la differenza abissale di dimensioni. Nel menù rientrano poi, in percentuali minori ma comunque significative, piccoli mammiferi e uccelli.
Una bella differenza con i tassi che vivono in zone più omogenee da un punto di vista territoriale, come le aree montane del Triangolo Lariano (Varese) o della Valle Staffora (Oltrepò), nei quali la dieta è composta quasi esclusivamente da lombrichi (tra il 90 e il 95%). Non certo per scelta: potessero farsi un giro nel parco del Ticino, probabilmente anche i tassi “montanari” dimostrerebbero di essere tutt’altro che “smorbi”.
Alessio Facciolo