La crociata contro la bestemmia, per la quale da qualche tempo le organizzazioni diocesane si stavano battendo con entusiasmo in sintonia con quanto accadeva in questo periodo di cento anni fa nelle altre diocesi del Nord Italia, e l’impegno per la preparazione del secondo convegno eucaristico diocesano non esaurivano completamente l’agenda vigevanese di cento anni fa.
L’Araldo Lomellino di quei giorni rende conto dell’Adunanza generale dei Circoli cattolici femminili della diocesi. In quell’occasione si fece il punto della situazione e, soprattutto, si rivide l’organizzazione interna, per un rinnovato impegno di testimonianza della fede. Il Vescovo, presente ai lavori, richiamò il pensiero e la preoccupazione pastorale del Papa, ricordando che «non deve essere necessario che il Papa comandi: basta il suo desiderio». In diocesi fervevano i preparativi per il prossimo convegno eucaristico, il secondo. A Mortara si era insediato il Comitato Esecutivo. La macchina organizzativa stava lavorando intensamente e l’Araldo ne diede notizia. Dal tono delle cronache si evince un clima di impegno e di entusiasmo che riflette una situazione generale di grande tensione pastorale, sostenuta con particolare impegno dal vescovo Scapardini. Nel chiudere la nota di aggiornamento sull’andamento dei lavori preparatori del Convegno il cronista del settimanale diocesano ricordava che
è necessario che tutte le persone, tutte le classi dimenticando in questo momento le idee e le vedute diverse abbiano a trovarsi riunite in un unico grandioso ideale: “la Glorificazione di Gesù Eucaristico Autore e Donatore della pace”.
Intanto a Vigevano erano in tanti ad accogliere l’appello lanciato dal professor Luigi Barni attraverso le pagine dell’Araldo Lomellino per il restauro conservativo dell’antica chiesetta di San Giorgio in Strata. Questa settimana, infatti, il giornale diocesano pubblicava un elenco piuttosto nutrito di offerenti e la redazione plaudiva. La cronaca aveva il suo bel da fare a rincorrere i ladri di biciclette. Le forze dell’ordine arrestavano certo Carlo Cattaneo, milanese, che si era appropriato della bicicletta di una vigevanese, Rosetta Negroni. La donna l’aveva lasciata nel cortile della propria abitazione, in via Valeri. Al furto aveva però assistito Luigi Cristiani, un ragazzo ventiquattrenne di Vigevano che, inforcata la propria bicicletta, aveva rincorso il ladro. E lo aveva raggiunto, sul Ponte del Ticino. Ci pensarono poi i Carabinieri a portare in cella il mariuolo. E restituire la bicicletta alla signora Rosetta.
Carlo Ramella, storico locale