Cent’anni d’Araldo / E lo Stato riconosce la Cattolica

Una settimana dai contrastanti umori, quella di cento anni fa. La Chiesa italiana festeggiava, proprio in questi giorni, l’annuncio che lo Stato italiano aveva riconosciuto l’Università Cattolica.

«L’idea del diritto di darsi alla ricerca scientifica senza rinunciare alla propria fede – scriveva nel numero di questa settimana l’Araldo – aveva mosso i cattolici per tempo a concepire una Università Cattolica di fronte a quelle dello Stato, dove d’ordinario non si pensava che a far guerra al soprannaturale». Ripercorrendo sinteticamente le tappe storiche dei tentativi fatti dai cattolici italiani, il nostro giornale osservava che

la Riforma Gentile, partendo da un punto di vista che non è quello dei cattolici, sboccò al medesimo risultato che noi volevamo e aprì le porte al riconoscimento.

Ma erano, questi, anche i giorni della memoria: di una vittoria in guerra, quella della prima guerra mondiale. Ma una guerra – che la si vinca o la si perda – resta, alla fine, per la gente, soltanto un pesante conteggio di morti. In prima pagina, nel numero di questa settimana, l’Araldo interpretava i diffusi sentimenti di dolore e di delusione della gente comune. «Bilancio scarso pei nostri desideri di pace», commentava il cronista del settimanale diocesano di allora ricordando come «la sera del 4 novembre 1918, quando da poco ci era giunta la notizia dell’armistizio, che festa lassù sui monti, fra i compagni d’arme!». Una gioia che però durò poco. «Quanto presto quel sentimento d’amore si spense in noi – proseguiva il cronista – Tornammo dai campi di battaglia e non ci riconoscemmo più. Ci facemmo la guerra a vicenda. Il nemico non fu più quello d’oltralpe, ma il fratello che ci stette accanto in trincea». Concludendo con un invito: «Oggi l’invito ci viene da coloro che tanto soffersero e tanto diedero per la Patria. Ascoltiamolo. Essi sono i nostri fratelli più degni. Dimentichiamo i rancori che ancora ci tengono divisi; amiamoci tutti». Ben sappiamo, invece, come andarono poi le cose, purtroppo.

Nelle pagine interne il nostro giornale faceva sapere che gli Imprenditori tessili avevano accolto positivamente il nuovo Concordato proposto dall’Unione cattolica del Lavoro. In città, il 2 novembre si era aperta la solenne visita pastorale alla parrocchia di San Pietro Martire: l’arcivescovo vi aveva amministrato la Cresima nel corso di una celebrazione solenne e partecipata.

Carlo Ramella

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