Un momento difficile per l’Italia: il Fascismo era salito al potere e il governo cercava di controllare la situazione. Gli interventi sulla libertà di stampa diedero lo spunto ai redattori dell’Araldo Lomellino di richiamare l’attenzione su alcuni aspetti del problema.
Immediatamente, il tema della stampa pornografica, ma più in generale il dilagante poco rispetto per i valori morali, sia civili che religiosi. «Non si permetta – si legge nel corsivo in prima pagina di questa settimana – che sia manomesso quel patrimonio di educazione religiosa, morale, civile, disfatto il quale, non resta che il caos e l’anarchia. Esigere il rispetto dell’autorità, impedire lo scatenarsi dell’odio di classe, reprimere le violenze anche verbali di fazioni, al di sopra dei partiti, è opera d’un Governo saggio ed illuminato. Ma questa morale civica deve accompagnarsi con la morale che riguarda più precisamente i costumi. E […] occorre che i buoni costumi siano difesi contro la turpitudine di certi scrittori». Allo stesso modo, e sempre in prima pagina, l’Araldo sollevava un altro problema: il duello.
Credere – commentava l’articolista – che la ragione dipenda dalla punta di una spada o dal tiro di una pistola è volere far della forza l’arbitra del diritto, il che era proprio dei tempi barbari in cui dominava la violenza. Eppure oggi i duelli sembrano tornati di moda.
In città, intanto, nella seduta del 17 luglio, veniva ricostituito il Consiglio comunale, alla presenza anche del Prefetto. In votazione, risultò eletto sindaco l’avvocato Carlo Alberto Cazzani (con 26 voti e una scheda bianca); la giunta risultò formata dall’avv. Eugenio Scevola, dal conte Antonio Vandone, dall’avv. Eriberto Robutti, dal rag. Mario Bianchi e, membri supplenti, il cav. Ottone e l’avv. Ramella.
Al Carmine si era appena celebrata la festa del rione, dedicata appunto alla Madonna del Carmine. «Come negli altri anni, così quest’anno – annotò il cronista – la solennità ha attirato un mondo di gente nella chiesa omonima alla funzioni del mattino e del pomeriggio e specialmente alla tradizionale processione». La Banda dell’Oratorio dell’Immacolata decorò la festa. Alle celebrazioni religiose si affiancò, come tradizione, la “festa dei gozzi”, «specialmente al lunedì con allegre scampagnate e relative merende».
Carlo Ramella, storico locale