Sul Natale di cento anni fa gravava un’ombra greve di indignazione e di vergogna. Solo pochi giorni prima, il 25 novembre, alla Balduina, nella periferia romana, veniva trovato il corpicino senza vita di Rosina Pelli, una bimba di due anni e mezzo che il giorno prima era scomparsa: un pedofilo l’aveva rapita, violentata ed uccisa. E non era la prima.
Le cronache di quell’anno ne aveva già registrate diverse altre nella capitale. I giornali non avevano dato grande peso alla cosa: c’era stato l’omicidio Matteotti e si pensava a risolvere la questione, ciascuna parte secondo le proprie logiche. Anche la magistratura, per parte sua, dimostrerà qualche falla, perché la fine di Rosina, come degli altri bimbi violentati ed uccisi in quei mesi e nell’anno successivo rimarranno impuniti. Ma la gente avvertì la gravità della cosa ed espresse fortemente il suo sdegno. L’Araldo ne parlò questa settimana in prima pagina, richiamandone le cause vere e profonde. «Questo raccapriccio – scriveva il cronista del nostro giornale – è il riflesso della condanna che la coscienza cristiana lancia sull’amoralismo di questa società odierna d’altro non preoccupata che del piacere. Questa manata di luridume venuto a galla è l’esponente di una marea di fango dentro cui guazza una moltitudine immensa di uomini che hanno perduto la ragione, perché schiavi delle passioni brutali del senso». Un giudizio che non mancava della denuncia.
Questo non è compreso dai più, i quali seguendo sbagliatissimi criterii di una morale molto relativa fanno gli scandolezzati davanti agli eccessi della libidine mostruosa e fanno invece gli ingenui in confronto di quelle cause che logicamente conducono a tali eccessi
annotando poco dopo che «la mania del piacere ha ormai pervaso tutte le classi sociali». Una denuncia morale forte, che purtroppo non pare risentire della patina del tempo trascorso. A Vigevano, negli ultimi giorni di novembre si erano tenuti i festeggiamenti per il primo centenario della morte di madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, fondatrice delle Suore Sacramentine, deceduta a Roma il 29 novembre 1824. «La commemorazione – scrisse l’Araldo in una lunga nota di cronaca – assunse un carattere veramente grandioso per la partecipazione fervida della cittadinanza che capitanata dal Ven.mo nostro Arcivescovo Mons. Angelo Giacinto Scapardini dimostrò quanto sia profonda la devozione verso il SS. Sacramento».
Carlo Ramella, storico locale