Cent’anni d’Araldo / Tribunale, la stessa storia…

Ma quante volte si ripetono le storie? Cento anni fa, sul primo numero del 1924, l’Araldo pubblicava la notizia che il Tribunale di Vigevano veniva associato a quello di Pavia (fino a quel momento dipendeva da Milano). La notizia era appena stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. «Una nuova sorpresa, con tutte le conseguenze» commentava il nostro cronista. «Dal lato poi della dislocazione – proseguiva – per noi Vigevanesi è un disastro quando si pensa che per andare da Vigevano a Pavia (salva l’automobile che è propria dei ricchi) ci vuole il tempo… la spesa… e il sacrificio che ci vuole». Pare oggi sia ancora tutto come cento anni fa. Il cronista si consolava riflettendo che la situazione di aggravato disagio avrebbe forse diminuito il numero delle vertenze.

In quei giorni la Chiesa locale registrava le gravi condizioni di salute di don Ambrogio Ceriotti, il sacerdote che nel 1903 aveva fondato il Pio Istituto Derelitti e nel 1920 il Santuario della Madonna di Pompei, nell’attuale piazza Volta. Il 9 dicembre 1923 don Ceriotti era stato «colpito da paralisi». All’inizio si temette per la sua sopravvivenza, poi la situazione sembrò migliorare. «L’ottimo D. Ambrogio – scriveva il cronista de L’Araldo nel secondo numero dell’anno – va riprendendo costantemente le forze; ciò fa sperare in una guarigione, se non completa, almeno soddisfacente. Valgono le preghiere dei buoni, soprattutto dei derelitti ricoverati, a ottenere dalla B. V. di Pompei quanto è nel vivo desiderio di tutti». Si spegnerà il 6 maggio 1925.

La Curia iniziava in quei primi di gennaio del 1924 la pubblicazione della Rivista Diocesana, l’organo ufficiale della Vescovo e della Chiesa vigevanese: L’Araldo ne deva notizia. Sul fronte della politica, il Commissario straordinario per la provincia di Pavia dispose in quei giorni – applicando una deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo – che organo ufficiale della federazione provinciale pavese fosse il “Popolo di Pavia”. Voleva dire che il “Corriere di Vigevano” non poteva più farsi portavoce del Partito Fascista. Insomma, tempi di burrasca negli ambienti politici locali. Infatti il cronista de L’Araldo aggiungeva che

il Fascio locale è sciolto.

Il nuovo anno si era aperto, in Cattedrale, com’era tradizione, con una solenne Adorazione eucaristica. Nell’omelia pronunciata in una Cattedrale che il cronista de L’Araldo descrisse «gremita di popolo», il Vescovo dichiarò il 1924 l’anno della «guerra alla bestemmia».

Carlo Ramella, storico locale

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