Il Racconto / Anno nuovo: chi viene, chi va

Mentre i botti di Capodanno esplodevano per le strade, il vecchio dal cappotto nero mosse ancora qualche passo verso la chiesa in stile gotico dalle guglie slanciate, poi si lasciò cadere su una panchina dei giardinetti pubblici, ansimando. Gli mancava il fiato. Sentiva che le forze gli venivano a mancare, e che era giunto il suo momento. Chiuse gli occhi, iniziò a dormire nonostante il frastuono dei petardi, e sognò un bambino sorridente che gli veniva incontro a braccia aperte.

Lo trovò senza vita il parroco poche ore dopo, uscendo dalla canonica per aprire la chiesa, e chiamò la polizia. Il medico legale stabilì facilmente che la morte risaliva intorno alla mezzanotte. Un infarto. Ma c’era un fatto curioso, che venne riferito subito alla stampa. Il vecchio era senza documenti d’identità ma aveva un numero tatuato su un avambraccio: era il 5784.

Dalla sua postazione negli uffici de “La notizia”, dopo aver parlato con un suo amico poliziotto che l’aveva informato del fatto, Demetrio sospirò: probabilmente uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah che se ne andava. Una cosa molto triste, che però avrebbe incuriosito i lettori. Ormai, pensò, ne erano rimasti pochi. Sia di sopravvissuti che di abbonati al giornale, più interessati a trovare notizie dal web che dalle fonti istituzionali. Quel primo giorno dell’anno però c’era anche una bella notizia. A mezzanotte e un minuto esatto l’ospedale civile aveva registrato la nascita di un bambino. La madre, Mary Bonanno, non aveva ancora scelto il nome.

La curiosità però era che il numero messo dalle infermiere sul braccialetto del piccolo era il 2025. Proprio come quel nuovo anno appena iniziato.

Demetrio aveva una splendida storia da raccontare: subito dopo mezzanotte arrivava il nuovo anno, nelle vesti di un bambino nato da una donna di nome Mary Bonanno. Buon anno. Un anno affidato a Maria, la Madonna, secondo i cristiani madre dell’umanità. Un anno il cui numero era lo stesso stampato sul braccialetto ospedaliero del piccolo. E il vecchio morto sulla panchina? Demetrio sorrise tra sé, con una punta di malinconia. Certo, se il numero tatuato sul suo braccio fosse stato 2024 sarebbe stato perfetto per la sua storia. Ma il calendario ebraico cominciava da molto prima della nascita di Cristo, e il numero dell’anziano era 5784: anno che secondo la tradizione ebraica corrispondeva proprio al 2024. Il quale se n’era appena andato, vecchio e stanco, tra gli scoppi dei fuochi d’artificio, a mezzanotte.

Davide Zardo

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