Prima parte dell’autobiografia di Simone de Beauvoir, “Memoria di una ragazza per bene”, già nel titolo racchiude i punti chiave di uno sfaccettato percorso esistenziale ed anche narrativo. Difatti nella parola “memorie” si esprime la scrittura dell’io, qui l’autrice scrive se stessa attraverso il ricordo, si definisce nell’analisi e nella rievocazione di un passato completamente personale che la fa conoscere completamente al lettore.
Invece nell’immagine “d’una ragazza perbene” si colloca una lunga ed affascinante, intensa ricerca che parte dall’ambiente sociale dell’alta borghesia francese per arrivare a sommare tutte le esperienze che hanno fatto della de Beauvoir una delle più grandi scrittrici, filosofe, saggiste e femministe del Novecento. Il libro è l’autobiografia di una donna eccezionale, perché il suo pensiero costituisce ancora oggi una occasione di accesso privilegiato alla coscienza femminile nel suo svilupparsi. Le pagine scorrono veloci e leggere “Le memorie” è avere, talvolta, davanti se stessi, la propria esistenza: il diario è biografico, ufficiale, intimo, Simone de Beauvoir racconta come da ragazza perbene possa prendere forma una donna che conosce la voglia di “combattere l’errore, trovare la verità, dirla, illuminare il mondo magari addirittura cambiarlo”. Due linee scorrono parallele: il tempo esteriore della crescita e quello interiore della coscienza che molto presto impara a ragionare su se stessa. Scrive
da quando avevo cominciato a riflettere avevo scoperto in me stessa un potere infinito e limiti irrisori.
Incantevole il racconto dell’infanzia che viene narrata nei colori e nelle impressioni, vita nella quale ci si riconosce. Da leggere e rileggere sono le pagine dedicate alle memorie di relazioni: un viaggio dai toni forti e delicati insieme che dona al lettore preziosi elementi conoscitivi di sé. Da sottolineare le pagine che ci fanno conoscere l’incontro tra Simone e Jean Paul Sartre “meraviglioso allenatore intellettuale” e compagno di vita. “Memorie di una ragazza perbene” resta nei pensieri e nel cuore, racchiude significati profondi ai quali accedere nei momenti cruciali. Forse è anche per questa ragione, che le ragazze, le donne leggono ancora oggi le sue opere: vi ritrovano la spinta a trovare, tra le righe quello che cercavano, quello che non hanno il coraggio di dire a se stesse, quello che temono e le fa sentire ‘intere’.
Isabella Giardini