Mappamondo / Elezioni europee verso destra

Le ultime elezioni europee hanno segnato una svolta storica nel panorama politico del continente. I risultati elettorali hanno evidenziato un significativo spostamento dei consensi verso destra, con un trionfo particolarmente evidente in Francia. Lì, il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha ottenuto una vittoria schiacciante, conquistando una quota significativa dei seggi al Parlamento Europeo e forzando Macron ad anticipare le elezioni.

Anche in Germania la destra radicale ha conseguito molti consensi. AfD (Alternative für Deutschland) ha guadagnato terreno, riflettendo una tendenza di crescita comune a tutto il populismo di destra europeo. Questi risultati elettorali sono il frutto di una serie di fattori interconnessi che vanno dall’aumento della disoccupazione alla crisi migratoria, passando dallo scetticismo sulla guerra in Ucraina. La destra radicale ha saputo capitalizzare su queste preoccupazioni, promuovendo un forte sentimento nazionalista. Ne esce sconfitto invece l’establishment politico europeo che più ha proposto un’Europa woke,

lontana dai sentimenti tradizionali di una parte importante degli elettori, meno preoccupati per il futuro green e più attenti alla sicurezza e alle condizioni del lavoro.

Un altro elemento chiave del successo della destra radicale è stato l’uso efficace dei social media. Le campagne elettorali sono state caratterizzate da una comunicazione diretta e spesso incendiaria, capace di mobilitare un vasto elettorato. In questo senso va citato il successo di Se acabó la fiesta, partito creato da un influencer spagnolo poco prima delle elezioni e che è riuscito ad ottenere tre seggi, pari a 800.000 voti, grazie a una retorica ostile nei confronti dell’immigrazione, dell’attuale Unione Europea e delle élite politiche.

Il Parlamento Europeo, ora, si trova di fronte a una nuova configurazione politica. La crescita della destra radicale pone sfide significative alla coesione dell’Unione Europea e alla capacità di prendere decisioni condivise. I prossimi mesi saranno cruciali per capire come le istituzioni europee risponderanno a questa nuova realtà e quali strategie verranno adottate per affrontare le crescenti tensioni interne, ma anche per vedere se si terrà realmente conto del voto dei cittadini o si creerà un cordone sanitario per evitare posizioni critiche nei confronti dell’Europa.

Matteo Re, docente Università di Madrid

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