Come riportato ampiamente dalla cronaca, mercoledì 11 dicembre al Teatro Cagnoni di Vigevano è stato proposto un bellissimo spettacolo ispirato al libro di Colum McCann “Apeirogon”, incentrato a sua volta sull’esperienza del Parents Circle Families Forum. Si tratta di un’associazione di famiglie palestinesi e israeliane che hanno in comune il fatto di aver perso un proprio caro a causa del conflitto. Questa realtà conta ormai circa 750 famiglie ed è animata dalla consapevolezza che solo l’ascolto, la reciproca comprensione e la riconciliazione possono aprire la strada alla convivenza e alla pace.
L’associazione è stata fondata esattamente trent’anni fa da Yitzhak Frankenthal, un ebreo il cui figlio Arik, diciannovenne, era stato rapito e ucciso l’anno prima da Hamas. La cosa sorprendente è che subito, quasi in modo naturale, questa iniziativa ha visto l’adesione spontanea non solo da parte israeliana, ma anche di tante famiglie palestinesi che hanno vissuto la stessa esperienza dolorosa. L’associazione promuove questo obiettivo innanzitutto con la testimonianza personale, diretta, sempre portata insieme da un familiare israeliano e da uno palestinese. Il luogo privilegiato del loro impegno è la scuola. Sono occasioni quanto mai forti per i ragazzi, ai quali vengono fatti incontrare, spesso per la prima volta, genitori e parenti di giovani uccisi. Dall’ascolto dei loro racconti accomunati dalla stessa esperienza, imparano a rifiutare la vendetta e si sentono incoraggiati innanzitutto a rivedere il loro modo unilaterale di leggere la realtà e poi a mettere da parte i propri sentimenti di sospetto, di condanna e di odio verso l’altra parte.
L’insegnamento più importante, però, sta nel fatto che nella vita un trauma, anche se devastante, può creare comunione e generare un’esperienza nuova. Questo avviene quando non ci fossilizziamo sulle nostre ferite, ma ci mettiamo in ascolto anche di quelle degli altri. È a tutti gli effetti un’esperienza di risurrezione e di vita, di quella vita che va oltre il male e la morte e che si rende accessibile nel momento in cui ci riscopriamo circondati non da persone ostili, ma da fratelli che condividono il nostro stesso cammino.
don Luca Pedroli, biblista Pont. Ist. Bibl. di Roma