Il canto della Sirena tra gli arazzi

Il Museo del Tesoro del Duomo riparte nel segno del Barocco… al femminile. Sabato 3 febbraio, in occasione della riapertura del museo diocesano di Vigevano dopo la chiusura invernale, sarà offerto al pubblico un concerto di musica seicentesca: l’esibizione, dal titolo “Virtuosissima Sirena. Una sera in casa Strozzi, ascoltando Barbara“, sarà dedicata alla figura di Barbara Strozzi, talentuosa compositrice che, nella Venezia del ‘600, lottò duramente contro la mentalità dell’epoca per potersi dedicare anima e corpo alla sua vera passione, lo scrivere musica.

I MUSICI A riportare in vita le sue note (ma non solo) saranno il soprano Laura Catrani, accompagnata da Angelo Calvo e Francesco Facchini ai violini, da Giulio Padoin al violoncello, da Laura La Vecchia alla tiorba, da Margherita Burattini, all’arpa e da Riccardo Doni al cembalo e alla direzione. Il concerto si terrà nella Sala degli Arazzi del Museo del Tesoro del Duomo, con inizio alle ore 20.30 circa. L’ingresso sarà gratuito e i posti a sedere disponibili 60. Sarà possibile effettuare una prenotazione al 0381690727 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.30, oppure alla mail info.mtdvigevano@gmail.com. Nel pomeriggio di sabato 3 febbraio chi visiterà il museo avrà inoltre la possibilità di assistere alle prove del concerto.

ARIE BAROCCHE “Virtuosissima sirena” vuole disegnare, grazie alla voce di Laura Catrani, un ritratto di quella che è considerata la maggiore compositrice italiana del Seicento. «La scelta delle cantate e delle arie riflette la varietà degli stili, degli atteggiamenti, degli affetti che attraversano la sua musica: dal tragos intenso, esemplato sul modello del lamento, di cantate ampie ed estese come Lagrime mie o L’amante segreto fino al tono brillante, parodistico, scherzoso di ariette brevi e folgoranti come Tradimento o Costume de’ grandi – spiega Guido Barbieri, autore dei testi dello spettacolo – Ma il concerto vuole allargare l’orizzonte anche alle altre anime femminili della musica italiana del Seicento: tra i brani strumentali che si alternano alle pagine vocali compare ad esempio il nome di Isabella, Leonarda, compositrice novarese vissuta tra il 1620 e il 1704».

Insomma un concerto declinato al femminile che cerca di ridare alle donne musiciste di ogni epoca quel posto che la storia, dettata e dominata dagli uomini, ha loro negato.

DONNA E CREATRICE La storia di Strozzi è quella di una donna che ha sfidato le convenzioni dell’epoca pur di poter esprimere la propria arte come desiderava, come racconta Barbieri: «Nell’Italia del Seicento la donna, una volta entrata nel mondo della musica, ha davanti a sé una sola strada: quella dell’interprete. Può dedicarsi al mestiere della cantante o della strumentista, può esibirsi a teatro, nelle accademie, nei palazzi della nobiltà. Una sola porta le è sbarrata: la composizione. A meno che non scelga, o non subisca, la via del convento. Nata a Venezia nel 1619, figlia di Giulio Strozzi, giudice, poeta e librettista, Barbara lotta fin da adolescente per essere considerata, pubblicamente, non una semplice interprete, ma un’autrice. E si rifiuta non soltanto di prendere i voti, ma anche di prendere marito. E si dedica alla sua unica, vera passione: la musica. Il genere che frequenta con maggiore costanza per oltre vent’anni è quello della cantata a voce sola e la sua eredità è stupefacente: centoventi tra cantate, arie, ariette e arie sacre divise in otto libri. Un numero che nessun compositore del tempo ha nemmeno sfiorato».

Alessio Facciolo

Le ultime

Mortara, caos raccolta differenziata

Sacchi esposti nei giorni sbagliati, degrado e confusione i...

Olivelli a 80 anni dalla morte

Il percorso esistenziale del beato Teresio Olivelli si dispiega...

Osservatorio 17-01 / Formare i presbiteri

La Chiesa italiana pensa al futuro dei suoi ministri....

19 gennaio, II Domenica del Tempo Ordinario

Dopo il Battesimo di Gesù, celebriamo il tempo Ordinario...

Login

spot_img