Intelligenza artificiale, preoccupazione per il futuro, riuscire a trovare la propria strada, il significato del viaggio e qualche trucchetto per scrivere un buon tema all’esame di maturità. Questi sono solo alcuni degli argomenti di cui gli studenti dell’ITS Luigi Casale hanno avuto modo di discutere con Beppe Severgnini, giornalista e editorialista del Corriere della Sera, ma anche opinionista e conduttore televisivo. L’incontro, avvenuto in seminario a Vigevano nella mattinata di martedì 6 febbraio, rientra nel progetto Peses, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e diretto dall’economista Carlo Cottarelli, al quale l’ITS Luigi Casale ha deciso di aderire.
RIFLESSIONI Un simposio durante il quale a farla da padrona è stato il dialogo. Sono stati diversi i ragazzi che hanno voluto porre domande e riflessioni a un Severgnini che, ripercorrendo il proprio vissuto e le tappe più significative della propria carriera, ha invitato gli studenti, prendendo in considerazione l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel mondo della comunicazione a non
smettere mai di voler imparare e ragionare. Spesso i miei colleghi usano l’IA per fare didascalie e riassunti. Se una macchina può fare quello che facciamo noi, prima o poi lo farà. Può rappresentare una scorciatoia, ma alla lunga porterà a dei rischi.
Un altro invito che Severgnini ha rivolto rivolgere ai presenti è «trovare qualcuno che ci aiuti a capire quando siamo in possesso di un talento e che ci possa lanciare. Ero convinto di avere un talento, innanzitutto per la scrittura. Quando avevo 22 anni Indro Montanelli ha capito che avrei dovuto intraprendere la carriera di giornalista e mi prese a lavorare con lui. Una grande abilità è il riuscire a trovare le persone che vogliono aiutarci, quelle che invece vogliono fregarci e quelle a cui non importa nulla di noi».
ESSERE GIOVANI D’OGGI Alcuni ragazzi si sono soffermati a esporre quali siano per le nuove generazioni le principali cause d’ansia, tra i primi amori, la scuola, il non deludere le aspettative dei genitori ma anche la paura di non riuscire a trovare la propria strada. «Da parte degli adulti ci deve essere una predisposizione nel dialogare e nel confrontarsi con i giovani. Penso che le scuole rappresentino il luogo migliore per ragionare e capire su come affrontare tutte le sfide che la vita porta con sé. Il mestiere dell’insegnante è uno dei più complessi, proprio perché insegnare significa proprio lasciare il segno, trasmettere qualcosa».
INFORMARSI E VIAGGIARE Sotto lo sguardo attento del giornalista, non poteva mancare un momento di riflessione sul mondo dell’editoria e della comunicazione multimediale: «Informarsi gratuitamente è facilissimo. Ansa e Sky Tg 24 offrono liberamente parecchi contenuti di qualità. Al momento l’unico giornale che riesce a vendere più di 100mila copie digitali è il Corriere della Sera. Se si vuole fare strada nel mondo del giornalismo, al giorno d’oggi è più che mai fondamentale inventare prodotti e meccanismi di qualità». Mettersi in gioco sempre e comunque: «Ho imparato che viaggiare fa diventare grandi. I viaggi stancano, ma possono diventare delle sfide entusiasmanti da affrontare». Prima del momento dedicato alle foto ricordo, il consiglio su come svolgere una prima prova che possa impressionare la commissione: «La regola è quella del P.O.R.C.O: pensare, organizzare, quindi mettere insieme le proprie idee. Poi arriva il momento del rigurgita, del buttar fuori ciò che si ha dentro. Successivamente si corregge ciò che si è fatto, cercando di omettere le parole superflue e dannose. Scrivere è come scolpire».
Edoardo Varese