Un mortarese al Palio di Siena

La sua contrada, la Chiocciola, dopo 6 partecipazioni di fila, quest’anno non ha corso. Questo non ha però impedito a Vittorio Testa, direttore de L’Informatore Lomellino, di seguire con grande attenzione il Palio di Siena tenutosi il 4 luglio. Un mortarese diventato prima protettore della contrada senese e poi battezzato con la stessa. Una passione che nel corso degli anni si è trasformata per Vittorio Testa nella possibilità di scrivere articoli dettagliati e di raccontare il palio di Siena, da dentro e fuori le quinte.

PASSIONE «Fin da quando ero ragazzo ho coltivato un grande interesse per questa manifestazione, guardavo tutta la diretta trasmessa dalla Rai che iniziava con la passeggiata storica e proseguiva con il palio – racconta Vittorio Testa – nel 2011 ho deciso di andare a Siena ad agosto con la ragazza che sarebbe, nel giro di qualche anno, diventata la mia futura moglie. Abbiamo visitato il Duomo, Palazzo Pubblico e ci siamo ripromessi di tornare l’anno successivo». Promessa e impegno mantenuti:

Dal 2011 in poi siamo stati ospitati da una famiglia in un bed and breakfast, ci ha accolti in famiglia e ci ha fatto prendere parte alla cena della loro contrada, la Chiocciola per l’appunto. 2018 e 2019 gli anni in cui Testa è diventato a tutti gli effetti un contradaiolo.

BATTESIMO «Nel 2018 ci siamo sposati a Siena nel Palazzo Pubblico e siamo diventati protettori della contrada. Nel 2019 invece siamo stati “battezzati” (“battesimo” infatti è detta la cerimonia che sancisce l’ingresso nella contrada, ndr)». Conoscere il Palio, immergendosi in una realtà che porta con sé secoli di storia, di tradizione e di cultura. «Scontri di popolo e scontri tra fantini, ognuno impegnato a difendere i propri colori. Il caso delle rivalità tra Chiocciola e Tartuca e tra Torre e Oca risalgono al Seicento». Per conoscere gli aneddoti legati al palio si può consultare il sito ilpalio.org, uno strumento «di consultazione del tutto indispensabile per coloro che si avvicinano a Siena e alla sua festa più significativa». Il grande lavoro durante le prove ma anche l’aspetto religioso racchiuso nel palio: «Non è da considerarsi coma una festa o una sagra commerciale – sottolinea Testa – ma è una manifestazione con una forte valenza religiosa. Si corre due volte l’anno, in onore della Madonna di Provenzano a luglio e dell’Assunta a agosto. Il palio può anche essere considerato come una “anti olimpiade”. Questo perché non conta partecipare, conta vincere, a prescindere da come lo si faccia. È dal passato, dallo scorrere del tempo, che traggono origine e forza le “botte” che si possono vedere anche oggi. Non è una rissa volgare. Ci possono essere fronteggiamenti sul tufo della piazza più bella del mondo oppure nerbate tra fantini, ma tutto ha una sua logica.Tutto si svolge secondo regole non scritte, ma scolpite nel cuore dei senesi».

ANIMA SENESE Dietro a fronteggiamenti, nerbate ci sono passione, sentimento e un grande senso di appartenenza che Vittorio Testa ha avuto di toccare con le proprie mani. «Il palio trasmette emozioni forti: in Piazza Mercato a Siena è stata fatta anche un’apposita ambulanza per i cavalli, questo per dire che non vengono affatto maltrattati nel corso di una tradizione che ha contribuito a fare conoscere Siena nel mondo».

Edoardo Varese

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