Il valore della Scrittura nella vita cristiana, come ha ricordato Papa Francesco. Questo l’argomento principale nell’omelia del vescovo, che ha evidenziato la necessità di «fare una cosa che per mestiere non si fa mai, correndo dietro alle notizie e alle opinioni». Monsignor Gervasoni ha sottolineato l’importanza di raccogliere le lettere, i discorsi, le comunicazioni rilasciate dal Papa nel giro di un anno, definendo scherzosamente le lettere di San Paolo «un lavoro che al confronto sembra da prima elementare». La comunicazione di oggi, secondo il vescovo, «è caratterizzata dalla percezione di una verità epidermica, incentrata sulla discrezionalità delle cose che capitano. La fattualità tende a non dire nulla, e la duplice intenzionalità è sempre più frequente: aumenta l’emozionalità, diminuisce l’ascolto. I social amplificano, tutti sentono la necessità di comunicare tutto. Siete voi giornalisti, invece, che dovete comunicare, distinguendo tra poetica e retorica. La retorica deve convincere a tutti i costi, mentre la poetica è una capacità creativa di senso nuovo: la fatica dell’approfondimento e il desiderio di cercare la verità e non l’apparenza».
D.Z.