Osservatorio 08-05 / La vera “ripartenza”

Le modalità di vita, i problemi, le riprogrammazioni di questi tempi di emergenza diventano la cartina al tornasole di quelli che fino a ieri erano considerati valori o almeno cose importanti da fare.

L’esempio più eloquente, naturalmente è quello del lavoro, il quale indubbiamente è la spina dorsale dell’impostazione di vita della società e quindi, venendo a mancare, si cercano provvedimenti capaci di puntellare questa importante architrave.

Così vale per la dimensione sociale, culturale, spirituale…in una parola su quali pilastri (non li chiamiamo valori per non confondere) prima del coronavirus, ruotava tutta la nostra vita? Le abitudini, le priorità, gli orari, le spese, ecc…

Vengono in mente le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo, quando parla della fine dei tempi…

nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio

Non vogliamo leggere queste parole con toni apocalittici, ma come una “fotografia” che possiamo ben rapportare ai nostri tempi… quali erano le nostre abitudini prima del coronavirus? Week end, palestra, aperitivi, incontri tra amici… certamente anche famiglia, lavoro… ma come? Una vita di corsa e ci lamentavamo, adesso ci “mancano” tante cose… ma cosa veramente ci manca? L’aperitivo? La cena con amici? La vacanza? Il lavoro?

Osservatorio 08-05 aperitivo

Da questa sincera fotografia ciascuno può fare un esame di coscienza sulla propria impostazione di vita, pur in una dimensione che vorremmo definire di “normale onestà”. E i provvedimenti delle istituzioni, oggi cecano di arrivare a garantirci quella stessa impostazione di vita… corse nei parchi, letture, possibilità di andare dall’estetista o in palestra… forse anche le messe.

Ma non vuole essere una polemica, la nostra, semplicemente una fotografia per guardare in faccia noi stessi. Nella consapevolezza di ciò che era importante prima e di ciò che ci manca oggi, possiamo forse ripartire non semplicemente “come prima”, ma con qualche idea più chiara, con qualche priorità forse troppo dimenticata, qualche sacrificio che varrebbe la pena rischiare.

Al di là di qualsiasi tentazione moralistica, vorremmo trovare qualche percorso.

Una cosa ci sembra importante, che scaturisce proprio dalla situazione che stiamo vivendo… ciò che salverà la società di oggi (a parte naturalmente le scelte di fede che sono libere) secondo noi sarà la famiglia. Oggi si parla del problema bambini, relegati in casa per troppo tempo, dei possibili risvolti psicologici, si parla della necessità di provvedere loro quando i genitori vanno a lavorare, si parla del supporto di psicologi… in realtà, nelle nostre piccole riflessioni sociologiche, siamo certi che nella famiglia si troverà la medicina pedagogica e psicologica più adatta e tutto ripartirà da una famiglia forte, autentica, credibile…

ma la cultura e la società di oggi come ha impostato la famiglia? Con buona pace degli aperitivi sui navigli!

Dep

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