La devozione a san Giovanni Bosco, il Santo dei giovani, è diffusissima: nella diocesi di Vigevano grazie alla nascita di numerosi oratori nelle parrocchie, generazioni di ragazzi e ragazze sono cresciuti coi canti dedicati a don Bosco e i racconti della vita del santo torinese.
LA VITA Giovanni Bosco nasce a Castelnuovo d’Asti il 16 agosto 1815, da una famiglia di poveri contadini. A nove anni, Giovannino ebbe un sogno particolare: in un cortile, in mezzo a tanti bambini e ragazzi impegnati a litigare e bestemmiare, vede le figure di Maria e di Gesù che gli chiedono di crescere forte. Nel frattempo i ragazzi da bestie feroci si trasformano in agnelli. Quel sogno accompagnerà la vita di Giovanni che, già coi suoi coetanei, si distingue per la sua capacità di avvicinarli non solo con la compagnia e il gioco, ma anche con la fede e la preghiera.
L’OPERA Entrato nel seminario di Chieri, Giovanni è ordinato sacerdote nel 1841: in questo stesso anno, l’8 dicembre, con l’incontro tra Don Bosco e il giovane Bartolomeo Garelli, nasce l’idea vincente dell’oratorio, cominciando a radunare i giovani – che spesso perdevano le loro giornate in giro per le strade torinesi – per il catechismo e per insegnargli un lavoro. L’attenzione al disagio giovanile spinge don Bosco a questa sua missione per i ragazzi difficili di Torino: pochi anni dopo, nel 1854, nascerà la Società Salesiana, una congregazione religiosa con il carisma dell’educazione ai giovani. Quasi vent’anni dopo, nel 1872, con santa Maria Domenica Mazzarello, fonda l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice: le suore Salesiane sono state per la diocesi di Vigevano una presenza importantissima per gli asili, gli oratori e le parrocchie (in Lomellina nasce madre Linda Lucotti, Madre generale delle Salesiane). Don Bosco morì a Torino nel 1888.
SCOMMESSA Il ricordo di San Bosco spinge le comunità cristiane a riflettere sempre con attenzione sul mondo giovanile e soprattutto sul disagio che le nuove generazioni portano con sé. Tante volte le notizie di gruppi di giovani scapestrati mettono in difficoltà le realtà educative (scuola, oratori, associazioni sportive). Ciononostante, la scommessa degli adulti per i giovani non viene meno, soprattutto da parte della Chiesa. Tante sono le iniziative ecclesiali che testimoniano l’attenzione al mondo giovanile e le potenzialità che le nuove generazioni possono mettere in campo per il futuro del mondo e della Chiesa. Don Bosco insegna, ancora una volta, la possibilità di poter scoprire quel punto accessibile al bene che c’è dentro ogni ragazzo difficile: è la scommessa dei sacerdoti e degli educatori di tanti oratori sparsi nel mondo. Il sogno di don Bosco continua ancora oggi.
don Paolo Butta