La fiducia è fondamentale per instaurare ogni forma di legame. Nel primo dei 4 incontri della “scuola di pace” tenutosi all’Iis Caramuel Roncalli, monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano, rispondendo insieme al ct della nazionale femminile – e vigevanese – Andrea Soncin a delle domande che gli studenti avevano preparato con l’ausilio dei propri insegnanti di Religione, si è concentrato sul ruolo della fiducia su quanto questa accompagni ogni individuo ogni singolo giorno.
LA RICERCA «La fiducia è legata all’esperienza che ogni essere umano acquisisce nel corso della propria vita – ha evidenziato mons. Maurizio Gervasoni – è la condizione del sapere, costituisce una sorta di barriera che consente a ognuno di noi di capire ciò che occorre per vivere. Per poterci orientare in modo corretto, abbiamo bisogno di imparare, di fare esperienza. Per poterlo fare, è necessario il confronto con il prossimo». E’ il primo tassello per una vera ricerca del bene, effettuare un’indagine che risulti
costruttiva e non distruttiva. Il bene comune, un qualcosa che noi tutti possiamo apprezzare una volta che è stato raggiunto e trovato.
PERSEVERARE Un passaggio tutt’altro che immediato, vista la diffidenza che sussiste in molti ambiti, da quello sentimentale a quello lavorativo. Ecco che i ragazzi hanno chiesto il motivo per cui si debba dare fiducia a chi con i propri comportamenti non ha fatto altro che tradirla: «Uno dei Comandamenti recita di “non dire il falso”. Non sarebbe possibile la comunicazione linguistica in un mondo di falsi. La comunicazione avviene solo se esiste un rapporto di fiducia, altrimenti non risulterebbe univoca. Le forme con cui l’umanità ha stabilito le regole del comportamento pubblico, culturale e artistico sono fondamentali per alimentare la fiducia, in quanto sono le regole per vivere».
RISPETTO E’ l’alterazione del codice comportamentale che riduce la fiducia. «Il rispetto delle regole è essenziale se si vuol cercare di rendere migliore la vita sociale e per concretizzare un concetto fondamentale come quello della fiducia. Spesso sono le situazioni negative che contribuiscono ad aiutarci a vedere le cose in un’ottica nuova e differente. Non tutto però può essere recuperato». La strada della fiducia è anche una strada che allontana dalla violenza. «Quando si deve giustificare un atteggiamento violento – ha concluso mons. Gervasoni – si deve ricorrere a una giustificazione assoluta. Abbiamo imparato che il modo di affacciarci alle regole del comportamento civile non ha bisogno di ricorrere alla violenza ultima. L’altro non è mai un mezzo, è sempre un fine. La pace è sempre qualcosa da conquistare, da ricercare. Questo è un elemento tipico della fede».
Edoardo Varese