L’estate 2024 è ormai alle porte: la scuola sta per finire e si aprono tanti oratori in tutta la diocesi per la bella e ricca esperienza del Grest. Il tema di quest’anno, “VIAVAI – mi indicherai il sentiero della vita”, presenta agli oratori il tema del cammino. Il camminare è un’esperienza umana della quotidianità, che riguarda inevitabilmente ciascuno di noi. Ogni uomo e donna è in continuo movimento, in cammino: attraverso il movimento ci relazioniamo con la realtà circostante, luoghi e persone.
CAMMINARE Nel cammino umano, dunque, l’umanità costruisce la propria vita personale e comunitaria: l’uomo in movimento comprende, percepisce, progetta, sopporta, realizza, affronta, vive. E in questo camminare realizza la sua felicità, percorrendo quelli che il salmo chiama «i sentieri della vita» che Dio indica al cuore di ciascuno. Il camminare presuppone innanzitutto una partenza: ogni essere umano ha un’origine, la famiglia e la propria comunità. Fin dagli inizi della vita umana ciascuno comprende il proprio legame col mondo e comincia un cammino, muovendo i primi passi nella comprensione della realtà che lo circonda. Per camminare l’uomo inevitabilmente è spinto da qualcosa che desidera e che cerca con una forza incredibile: come il bambino che muove i primi passi per raggiungere qualcosa di cui sembra non poterne fare a meno, anche l’adulto si mette in cammino alla ricerca di qualcosa di grande o qualcuno che realizza la sua vita.
DOLCEZZA L’obiettivo di ciascuno, la destinazione, determina lo spirito, le energie e il senso del cammino umano, con il bagaglio delle esperienze personali vissute e anche quelle subite: proprio le prove e le difficoltà fanno parte del cammino di ciascuno. Tutti sono chiamati a continuare il cammino, nonostante le ferite che segnano l’esistenza. E quando le forze sembrano esaurirsi? È necessaria una pausa per “riprendere il fiato” e le energie. Nello stacco temporaneo si assapora la dolcezza e il conforto di Dio che sostiene il cammino dell’uomo, con le sue fragilità e le sue ferite.
INTRECCI Tante volte questa forza la si può trovare anche nella solidarietà dei fratelli e sorelle che s’incontrano lungo il cammino della vita: ecco che l’esperienza del camminare è un’esperienza di relazione, di collettività, un popolo in cammino, una comunità di fratelli e sorelle. Alla fine il cammino finisce, si è arrivati alla meta: si ritorna alla vita ordinaria rinnovati nello spirito. E quando l’uomo realizza il senso del proprio camminare ne diventa testimone, perché animato da una gioia grande che viene dall’incontro con il Signore che è il compagno di viaggio, la forza, la meta e il senso per cui l’uomo si mette in cammino.
Che il Grest sia la bella occasione di riscoprire la bellezza dei “sentieri della vita” che Dio indica e sogna per ciascuno.
Tra giochi, sentimenti ed emozioni
Da anni la Commissione redazione Grest delle diocesi lombarde propone un tema che accomuna gli oratori nell’esperienza degli oratori estivi. Lo scorso anno si è affrontato il tema del servizio e del prendersi cura con lo slogan “TuXtutti”, mentre l’anno prima i ragazzi hanno indagato il grande mondo dei sentimenti e delle emozioni con “Batticuore”. Nel 2021 con “Hurrà” gli oratori hanno riscoperto il valore profondo del gioco, dopo la difficoltosa esperienza della Pandemia: nel 2020 i grest sono stati difficili da vivere, ma “Summerlife” ha accompagnato l’estate, nonostante il periodo complesso.
CERCANDO BELLEZZA La “trilogia” 2017-2019 è stata un viaggio alla scoperta della bellezza della Creazione, del dono di Dio (“DettoFatto”), il valore del lavoro dell’uomo nel mondo a noi affidato e da custodire (“Allopera”) e della propria vocazione, del disegno di Dio nella nostra vita (“BellaStoria”). Nel 2016 con “Perdiqua” al cuore il valore del viaggio, mentre nell’anno dell’Expo 2015 a Milano si è data centralità all’esperienza del mangiare come tempo di condivisione e di relazione (“Tuttiatavola”), come la bellezza dell’accoglienza, dell’abitare e vivere la casa (“Pianoterra” nel 2014). Nel 2013 con “Everybody” i ragazzi hanno scoperto il valore del corpo, dono e responsabilità a ciascuno.
don Paolo Butta