Una Messa per ricordare la figura del beato Olivelli

Una messa solenne per ricordare la figura del beato Teresio Olivelli. È la celebrazione che il Vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, presiederà domenica 4 febbraio alle 18 in Duomo. A promuovere l’iniziativa, gli Alpini e l’Azione cattolica che hanno avviato la causa di beatificazione e che in questi anni l’hanno sostenuta. In Duomo è allestita anche una mostra dell’Ac, che rimarrà aperta sino a Pasqua.

IL RICORDO «Ci aspettiamo che la comunità si ritrovi in questa occasione non solo per la mera celebrazione – spiegano gli Alpini di Vigevano – ma per un momento di riflessione interiore generato dalla figura di questo figlio della Lomellina. La sua vita intensa è sempre stata caratterizzata da una profonda fede cristiana e da un suo continuo dedicarsi al bene comune, alla sua patria, l’Italia. In un tempo in cui i ragazzi non ancora maggiorenni venivano chiamati a scelte di vita risolute, o dentro o fuori, in un periodo caratterizzato dall’ascesa del fascismo, il suo contributo culturale non fu marginale, né mai frutto di compromessi o di interesse personale». Teresio Olivelli fu nel fascismo ma non del fascismo nella sua scelta di condividere la sorte con i più esposti, con gli Alpini in Russia anche quando avrebbe potuto rimanere defilato, compiendo gesti eroici in aiuto di chi era in difficoltà.

IN MEMORIA Alla sua memoria è stata attribuita una medaglia d’oro al valor militare e il 3 febbraio 2018 è stato proclamato Beato a Vigevano. Olivelli è conosciuto non solo in Lombardia, a Milano, Como, Lecco, Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi e Pavia, ma anche a Udine, a Bolzano e a Flossemburg (sede di un campo di concentramento) dove il municipio gli ha dedicato un sala comunale. Innumerevoli gli istituti a lui dedicati, vie, piazze e monumenti eretti dalle popolazioni che ne serbano ricordo. «Vigevano – continuano gli Alpini – deve essere orgoglioso di questo figlio della Lomellina, che non è solo dovuta memoria, ma deve essere anche proponimento di una vita intensa e volta al bene comune, perché come diceva Olivelli non esistono liberatori, ma popoli che si liberano».

Davide Zardo

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