Unica “Provincia” per i frati, sarà una rivoluzione

I frati cappuccini a Vigevano sono una presenza radicata e secolare, ma che in questi mesi sta vivendo una profonda trasformazione. «Sarà tutto il mondo dei frati a viverla – dichiara fra Giuseppe Fornoni, guardiano del convento dove è arrivato nel 2023 dopo una lunga esperienza a Milano – nel 2026 il nord-ovest formerà una sola Provincia cappuccina unendo Torino, Milano e Genova. I frati sono sempre meno, stanno facendo delle scelte e credo che a Vigevano la presenza sarà caratterizzata dalla formazione (con l’esperienza di Gifra e ordine francescano) e dalla disponibilità all’ascolto delle persone. Grazie anche all’aiuto dei laici dovremo offrire un servizio sempre più mirato per i poveri, non solo cibo e vestiti, ma sempre più anche relazione».

PER TUTTI Questo per continuare a essere interpreti del carisma cappuccino che, spiega fra Fornoni, «è seguire Gesù in povertà, obbedienza e castità, che poi è la regola di Francesco, la sequela di Cristo attraverso un rapporto di preghiera, che è il rapporto prioritario con il Signore, personale e comunitaria, poi nella vita fraterna e nel servizio che può essere l’annuncio della parola, quello ai poveri, la formazione con i giovani; i frati non hanno un campo specifico, noi cappuccini siamo chiamati “frati del popolo”». Rispetto all’esperienza di Milano, «spersonalizzante perché con i ritmi che la metropoli impone è difficile vivere la relazione», in una realtà più piccola come quella vigevanese è possibile «essere presenti con continuità nelle relazioni». Del resto, secondo fra Fornoni,

per il convento di Vigevano l’attività principale è quella di accoglienza in Chiesa delle persone per la confessione, la celebrazione delle messe, il servizio ai poveri sia alla mensa sia di ascolto, il Gifra ovvero una formazione con uno specifico francescano.

FUTURO Un cammino che i frati conducono da sempre, ma che oggi chiede di essere attualizzato, «anche per questo speriamo che la Provvidenza ci mandi almeno un frate giovane. Ce n’è bisogno per il convento e per tutta la Diocesi, una delle cose che stiamo cercando di fare è costruire un tessuto di relazioni sempre più forti con la realtà in cui siamo inseriti e credo che anche i giovani non debbano avere paura di uscire dai confini, non solo del Gifra o della Diocesi, ma anche di Milano. Nelle prossime settimane ci sarà una proposta a Varese rivolta a tutto il nord-ovest e spero che anche da Vigevano ci possa essere una partecipazione». Infine un piccolo sogno: «Mi piacerebbe dare un’attenzione specifica alle famiglie attraverso dei gruppi che condividano l’esperienza di fede».

Giuseppe Del Signore

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