V Domenica di Quaresima

Le letture di questa domenica fanno da cerniera tra quello che abbiamo fin qui vissuto e quello che si apre davanti a noi con la settimana di passione e poi con la settimana santa e, infine, con il triduo pasquale.

Il profeta Geremia ci aiuta a fare memoria del fatto che l’alleanza che Dio ha stipulato con il suo popolo è offerta nuovamente e continuamente a tutti coloro che realmente vogliono vivere una relazione vitale con Dio:

Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa di Israele: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore.

Cosa poi significhi avere questa legge scritta dentro al cuore ce lo chiarisce la Lettera agli Ebrei: lasciare che questa legge sia scritta dentro al cuore significa vivere il “pieno abbandono”, quello di Gesù al Padre.
Tutta la vita di Gesù è stata un abbandono all’amore fedele del Padre, fino al “pieno abbandono”, fino ad accettare la sorte del chicco di grano. È Gesù stesso che paragona se stesso al chicco di grano, rispondendo alla domanda di alcuni Greci che avevano espresso il desiderio di “vedere Gesù”. La risposta più semplice sarebbe stata quella di acconsentire a incontrarli e, invece, Gesù risponde dicendo:

«È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato» e subito aggiunge «in verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto».
L’ora della glorificazione del Figlio dell’uomo sta per giungere, ma questo comporterà il passaggio doloroso attraverso la passione e la morte in croce. Solo così infatti si realizzerà il piano divino della salvezza che è per tutti. Il tempo è concluso: l’ora, già rimandata a Cana, è giunta, manca solo la sua completa manifestazione che sarà la massima espressione dell’Amore, quella del Figlio di Dio, che nella sua umanità ripiena dello Spirito offre la vita con tale pienezza da vedersela restituita dalla fonte stessa dell’Amore.

La conseguenza di questo supremo atto di amore diventa tremendamente esigente: «Se uno mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». Non c’è alternativa per il cristiano che voglia realizzare la propria vocazione: «Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». Non esiste altra via per sperimentare la gioia e la vera fecondità dell’Amore: la via del darsi, del donarsi, del perdersi per trovarsi.

E noi? Se durante questa quaresima abbiamo scoperto e accettato di essere peccatori non possiamo che dire «vogliamo vedere Gesù». Abbiamo visto le menzogne del demonio ridurci come dei pezzenti e le ferite causate dai nostri peccati su di noi e sugli altri. Ora basta, «vogliamo vedere Gesù» e non più noi stessi. Vogliamo vedere Gesù, vogliamo salvare la nostra vita.

don Paolo Ciccotti

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