Regina Pacis, XXI capitolo

Ha preso il via con la celebrazione del 29 giugno nella Basilica di san Lorenzo in Mortara il XXI Capitolo Generale delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis.

«Sorelle e fratelli in mezzo a un popolo che cerca senso, vita e speranza». Questo lo slogan che accompagnerà i lavori fino al 22 luglio, segnando un cammino di rilettura e rinnovamento per accompagnare l’Istituto, tra fatiche e luci, nelle nuove sfide di un’epoca di cambiamento.

Regina Pacis Mortara
Sua Eccellenza, il vescovo Maurizio Gervasoni

Significativa la scelta di iniziare con la Solennità dei Santi Pietro e Paolo per richiamare l’esperienza ad un respiro più ampio all’interno di quella Chiesa universale che trova negli apostoli il proprio fondamento. E bastava uno sguardo alle capitolari per comprendere come la stessa Congregazione si presenti aperta al mondo in tutte le sue espressioni e provenienze, con i volti giovanili delle Sorelle provenienti dall’Africa e dal Brasile, affiancati a quelli più maturi delle missionarie in terra d’Italia. Luoghi e storie diverse unite dall’unico carisma offerto dal Beato Francesco Pianzola alle sue Figlie e a tutta la Comunità Cristiana: saziare la sete di Gesù andando incontro alle anime più sole e bisognose di speranza. Il Vescovo Maurizio, che ha presieduto la Celebrazione solenne, si è rivolto direttamente a loro e nell’intensa omelia ha invitato a vivere questo momento della storia dell’Istituto come una occasione di sinodalità, intesa anzitutto come ascolto reciproco per discernere la voce dello Spirito che ancora chiama ad una rinnovata missione.

Pietro e Paolo – ha sottolineato Mons. Gervasoni – rappresentano da un lato la Tradizione e dall’altro l’apertura alle istanze del presente.

Sono queste le due direttrici che egli ha voluto consegnare per orientare il rinnovamento della vita pianzolina: attenzione ad una storia e apertura ad un mondo che cambia, che chiede un annuncio sempre nuovo, nella perenne vitalità di un ideale spirituale ricevuto come dono. Sulla stessa linea anche l’intervento finale di Madre e Simona, superiora generale dell’istituto, che ha particolarmente sottolineato l’esperienza capitolare come tempo di ascolto della voce di Dio, chiedendo ai presenti di accompagnarla con la preghiera perché lo Spirito possa agire senza incontrare ostacoli e resistenze ed indicare i passi concreti per portare avanti con entusiasmo il carisma che “Don Niente” ha donato alla Chiesa tutta. Terminata la celebrazione e il momento fraterno di incontro con la comunità mortarese, adesso è il tempo del silenzio e del lavoro, in attesa di conoscere, per la celebrazione finale del 22 luglio quali ispirazioni abbia portato questo fecondo laboratorio di preghiera e di conversione.

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