Beato Matteo / Rosario, il racconto della vita di Maria

«La recita del rosario è uno dei momenti più significativi della spiritualità domenicana». Così il vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, ha iniziato l’omelia nella messa celebrata insieme ai parroci della città nella chiesa di San Pietro Martire per ricordare il Transito del beato Matteo nella serrio.

E dopo i misteri gaudiosi e dolorosi, ecco i gloriosi: «Cosa avrà provocato in Maria l’annuncio che Gesù era risorto? E l’Ascensione di suo figlio, e la discesa dello Spirito Santo su lei e gli apostoli? Sono tante le Ave Maria accompagnano i misteri del santo rosario, e quella di Maria, così come dev’essere la nostra, è una fede che cresce nella contemplazione. Chiediamo sempre a Dio, con l’intercessione della Madonna, il dono della pace attraverso la recita del rosario». Lunedì 7 ottobre del resto era anche la memoria liturgica della beata Vergine del Rosario, e giornata in cui papa Francesco ha chiesto una preghiera speciale per la pace nel mondo in un momento storico in cui questa sembra essere sempre più compromessa e lontana dal cuore degli uomini.

PIENA DI GRAZIA Una pace che sembra accompagnare la Madonna in tutta la sua esistenza terrena, anche nei momenti più critici: «L’arcangelo Gabriele dice a Maria di rallegrarsi, e la definisce “piena di grazia”; ma lei è turbata. Anche noi dovremmo esserlo davanti all’annuncio del Mistero, per capire che senso ha. Poi, “ecco la serva del Signore”: dal turbamento Maria passa ad acconsentire alla forza di Dio. Quindi immaginiamo che Maria vada da sua cugina Elisabetta, che è incinta di Giovanni il battista, per mettersi al servizio di un’accoglienza di questo mistero. E ancora, “non c’era posto per loro nella locanda”: dov’è la pienezza di grazia, se non c’è posto per il figlio di Dio? Infine una spada che le “trafiggerà l’anima”, Gesù smarrito nel tempio (dove poteva essere il figlio di Dio se non a casa sua?), e la crocifissione: come si fa a vivere l’annuncio dell’angelo (“tu sei piena di grazia”) sotto la croce?».

Davide Zardo

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