Viaggio in parrocchia / Cilavegna, nel segno di Nerino

Don Giampaolo Villaraggia è parroco di Cilavegna dall’8 luglio 2017, quasi sette anni. «Il mio predecessore, monsignor Mario Tarantola, risiede in paese e collabora soprattutto per le celebrazioni. Essendo a Cilavegna dall’ottobre 1967 come vicario parrocchiale e dal 1974 come parroco, egli ha lasciato un’impronta molto profonda nella comunità. Quindi, essendo rimasto in paese, rappresenta ancora un punto di riferimento per molte persone. L’eredità lasciata a me è di una comunità attiva nella quale la figura del pastore è centrale e determinante per la vita delle varie realtà in cui la parrocchia si articola».

L’EREDITA’ DI NERINO Soprattutto negli anni Novanta, grazie all’opera del servo di Dio Nerino Cobianchi, che ha dato vita all’Associazione Pianzola – Olivelli, la comunità è stata gradualmente sensibilizzata in ordine alle nuove povertà che andavano affiorando e per le quali si andavano cercando delle forme di assistenza e aiuto. «La comunità ha bisogno soprattutto di riscoprire la sua “anima” giovane: l’oratorio è funzionante e frequentato in media da una cinquantina di ragazzi, con l’assistenza di qualche adulto, ma per lo più è scollato dalla vita liturgico – spirituale della parrocchia. Anche i genitori dei ragazzi che frequentano la catechesi dell’iniziazione cristiana, che sono un centinaio, in generale, hanno scarsa frequentazione della vita parrocchiale. Si stanno attuando proposte al fine di un coinvolgimento nell’educazione alla fede dei loro figli. Degno di rilievo è il Grest che si svolge in sette settimane e vede impegnate molte persone, tra cui una sessantina di ragazzi dai tredici anni in su come animatori e aiuto–animatori». Per quanto riguarda i diversi momenti della vita religiosa, il numero dei battesimi e cresime tiene ancora, i matrimoni sono in forte diminuzione.

don Villaraggia

GLI SCOUT Molto attiva è l’Associazione Scout che riunisce ragazzi e ragazze di Cilavegna e Cassolnovo, che volentieri collaborano in occasione di vari eventi della parrocchia e del paese. La comunità parrocchiale è animata da fedeli adulti che si occupano di eventi formativi e delle celebrazioni liturgiche e della devozione popolare. In particolare è da segnalare la presenza in campagna del santuario di Sant’Anna, meta di pellegrinaggio non soltanto dei cilavegnesi, ma anche degli abitanti dei paesi limitrofi. La festa di Sant’Anna è molto sentita, ricorre il 26 luglio e si distende in più giorni con eventi liturgici e gastronomico–musicali. L’aspetto caritativo è curato dalla Caritas parrocchiale che da qualche anno è supportata dal centro di ascolto “Pierangelo Colli”. Nella prima metà di ottobre di ogni anno si svolge la Festa del fungo chiodino che costituisce un richiamo gastronomico che valica i confini della Lomellina, mentre il gruppo degli “Oratoriani per sempre” si cimenta in piece teatrali in dialetto cilavegnese e in chiave comica.

Alessandro, da sempre in oratorio

Alessandro Lodigiani

Alessandro Lodigiani ha 39 anni e lavora come docente di Religione presso le scuole medie di Cassolnovo e Cilavegna. «Ho iniziato a cooperare con la mia parrocchia da bambino, per gioco – racconta – come tutti i bambini che iniziano a fare i chierichetti, correva l’anno 1990 e ancora oggi non mi sono stufato di farlo».

Poi sono arrivati gli scout, l’oratorio, il catechismo e il centro estivo prima da bambino: «Ma dal 1997, dopo la cresima, ho iniziato a fare l’animatore in oratorio, l’aiuto catechista e il responsabile dei chierichetti. Passano gli anni è le responsabilità e i ruoli sono diventati una missione. Nel 2009 sono diventato uno dei responsabili dell’oratorio, compito che, dopo 25 anni da quel lontano ’97 svolgo ancora. Poi monsignor Mario Tarantola (mio parroco, amico e guida spirituale) mi ha voluto nel consiglio pastorale e nella commissione liturgica, ruolo che ho svolto per una quindicina d’anni».

La passione per Cilavegna e per la storia hanno permesso ad Alessandro di diventare anche uno storico della parrocchia. «Le mie ricerche, i miei studi e la mia curiosità mi hanno permesso di scrivere un libro sulla parrocchia che spero di poter pubblicare presto. A partire dal 2012 la mia “missione” è diventata anche un lavoro; infatti, dopo l’iscrizione all’istituto superiore di scienze religiose ho cominciato a fare l’insegnante di religione. Quello che qualcuno ha visto in me mi ha portato anche a far parte della Pastorale giovanile diocesana e da due anni anche membro del Consiglio pastorale diocesano. Oggi il mio ruolo in parrocchia è quello di ministrante all’altare e uno tra i collaboratori di don Villaraggia per la Pastorale giovanile parrocchiale. Ho avuto anche la fortuna di presiedere la Commissione storica nella fase diocesana del processo di Beatificazione del Servo di Dio e mio compaesano Nerino Cobianchi».

Davide Zardo

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