La chiesa parrocchiale di San Michele è del secolo XII, di stile romanico, a forma di croce latina con un tiburio ottagonale che s’innalza sopra la crociera, ornato da trifore e da loggette in cotto. L’interno è a tre navate con volta a botte che insiste su colonne di mattoni. Ha due altari in nicchia ai lati di epoca barocca, e due altari laterali in cappelle di stile secentesco, dei quali quello a destra è dedicato alla Beata Vergine del Carmelo e, quello a sinistra, costituisce la cappella della Croce.
Fu Parrocchia dall’origine, ma meno antica di Santa Maria Maggiore, e non per questo però, meno illustre. In una piastrella in cotto, graffita, posta nella navata destra, si legge: “1121 .S.Michael”. Potrebbe trattarsi della data di costruzione della chiesa. Nella parte sinistra, seconda campata, è inserito un mattone romano con croce latina incavata. Sulle pareti destra e sinistra e nel coro tracce di affreschi di santi risalenti ad epoca medievale. San Michele fu per secoli Chiesa collegiata, retta cioè da un capitolo di canonici, presieduto da un “Praepositus”.
La visita pastorale di Amicus de Fossulanis testimonia che ancora nel 1460, in San Michele c’erano un prevosto, due canonici e due cappellani. Nella cappella della Croce, sulla parete sinistra è murata una piastrella in cotto, misura cm 40 x 30 scolpita rozzamente. Prima dei restauri degli anni cinquanta, condotti dall’architetto Mina, era murata nell’andito che immette nel campanile. È incisa in latino medievale con le abbreviature d’uso nell’epoca. La traduzione: “Qui giace il corpo del Reverendo Guglielmo de Grossis, francese della città di Sant’Egidio (oggi Saint Gilles), il quale donò alla presente chiesa il legno della Santa Croce. Morì il 4 maggio 1370. Il nipote Guido pose”. La storia della reliquia inizia nella primavera del 1370, quando il legato pontificio francese Guillaume de Gros, in cammino verso Roma, arriva in Lomellina sulla via Francigena, lungo la quale i pellegrini potevano trovare luoghi di sosta e di ristoro. Guillaume de Gros è stanco e febbricitante, riesce ad arrivare a Lomello e purtroppo qui trova la morte il quattro di maggio, forse in seguito ad un attacco di malaria. Riconoscente per l’assistenza e le cure ricevute, prima di morire decide di lasciare in dono alla chiesa di San Michele la preziosa reliquia che portava con sé nel pellegrinaggio: un frammento del legno della Santa Croce. In Lomello, tutti gli anni, si celebra la festa della Santa Croce, attualmente la seconda domenica di maggio. L’insigne reliquia è portata in processione solenne e con essa vengono benedetti i campi e i prodotti della terra.
Riguardo alle due cappelle poste lateralmente all’altare maggiore, quella della Beata Vergine del Carmelo esisteva già nel 1600 con questo titolo e con questa forma. Quella attuale della Croce, sino al 1777, era, con probabilità, una piccola abside, con altare eretto a San Francesco. Nell’estate 1777 s’iniziò la costruzione di una cappella consacrata al culto della Croce. L’altare di S.Francesco fu collocato nel luogo in cui sorge attualmente quello di San Giuseppe, e nella sua vecchia sede fu costruita la cappella. Tutto questo, fatto per ordine del prevosto Carlo Grossi de’ Cani, che fece eseguire anche i due medaglioni in stucco delle pareti laterali della cappella e nelle quali si ricordano storia e culto della reliquia.
Davide Zardo