Clir, rissa tra i sindaci

Il Clir verso la chiusura e scoppia la rissa tra i sindaci. A a lanciare il guanto di sfida sono Marco Facchinotti sindaco di Mortara, Roberto Zucca (Sannazzaro), Francesco Perotti (Dorno) e Giorgio Guardamagna (Mede). Dopo le dimissioni del Cda dell’ex consorzio per la raccolta dei rifiuti in Lomellina, i rappresentanti dei comuni, accusati da alcuni colleghi di non aver pagato tutte le fatture hanno pubblicato un video comunicato congiunto per rimandare le accuse al mittente. Anzi per ribaltarle su tutti gli ex soci (ormai una quindicina) che negli ultimi tre anni hanno deciso di non affidare più alla società di cui facevano parte la raccolta dei rifiuti, mettendo anche in vendita le quote. Si consuma così l’ultimo atto di una questione di cui si dibatte da oltre un anno mezzo e che parte da un’esposizione debitoria di oltre 6milioni di euro. «Abbiamo sempre pagato per i servizi forniti. – dice Facchinotti – A un certo punto il Clir ha emesso fatture che per i nostri consulenti e legali erano solo un soccorso economico, che poteva scatenare la corte dei conti. I comuni hanno cercato di sostenere fino alla fine la nostra società cercando di trovare delle soluzioni e approvando uno studio preliminare per risanare i conti. Rimane da parte nostra la volontà di sostenere e aiutare la nostra società. I debiti li hanno creati gli altri quelli che sono scappati nel momento in cui stava ancora operando creando un danno economico alla società e facendo un’operazione non in regola o pulita. Noi continuiamo a pagare il servizio abbiamo appreso delle dimissioni del cda. Hanno fatto di tutto per salvare il salvabile. Penso che non per colpa nostra siamo giunti al capolinea, ma siamo ancora pronti a pagare se verrà presentato un piano industriale concreto che vada al di là del semplice salvataggio». Parole dure che non lasciano spazio a fraintendimenti. Anche da parte di tutti quei comuni che già un anno fa prevedevano un brutto finale per il Clir e hanno deciso di affidare in esterna il servizio a privati. L’ultimo in ordine di tempo è stato Gambolò assieme ad altri comuni più piccoli. «Noi i nostri legali li abbiamo sentiti un anno fa – dice il sindaco Antonio Costantino – e abbiamo portato avanti una serie di proposte che il cda non ha mai preso in considerazione. Avevamo proposto la liquidazione mettendo in evidenza le criticità dello studio di fattibilità, ma la liquidazione è stata bocciata. È curioso che a distanza di un mese ci sia un’inversione di rotta su questioni che avevamo messo in evidenza noi per primi. Riguardo al comune di Gambolò ha sempre in maniera precisa pagato quello che doveva ogni anno: cioè una bolletta milionaria. Non abbiamo fatto nessuna fuga semplicemente la nostra è stata una previsione corretta di quello che poi si è verificato».

Andrea Ballone

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