Ha compiuto lo scorso 6 gennaio 104 anni. Giuseppe Riboldi bidello in pensione ormai da oltre quarant’anni vive da solo ed è autosufficiente. I figli lo vanno quotidianamente a trovare ed è diventato il simbolo di come gli interessi supportati, ovviamente da una buona salute, siano uno dei segreti per vivere a lungo. «Mio padre – dice Margherita, una delle figlie – usa ancora la bicicletta, ma nel periodo invernale gli ho impedito di farlo. Per questo motivo adesso è un po’ arrabbiato con me. Va bene essere arzillo, altra cosa è abusare delle proprie forze».
Ma nonno Giuseppe, il più anziano di Garlasco e certamente tra i più longevi della provincia di Pavia ha già fatto programmi per il futuro.
IL RACCONTO «Da quando ha compiuto 100 anni quattro anni fa – prosegue la figlia nel racconto – ha cominciato a contare gli anni da 1 e l’altro ieri mi ha detto di tenere da parte i piatti più belli per quando compirà il quinto anno dopo i 100». Giuseppe Riboldi che ha superato brillantemente il Covid 19 ed ha ricevuto poche settimane fa la quarta dose del vaccino senza nessun effetto collaterale, a differenza dei figli che hanno accusato un po’ di febbriciattola e debolezza, va a fare la spesa e cura con passione i suoi canarini e le sue tartarughine.
LA VITA DI GIUSEPPE A Garlasco Riboldi è conosciuto da tutti perché fu bidello della scuola elementare per trent’anni. Nei primi anni alle dipendenze del Comune, è stato spazzino e cantoniere: poi, negli anni Cinquanta, fu trasferito alla scuola elementare di via De Amicis I bambini di allora, ormai tutti ultra quarantenni, genitori ed in alcuni casi anche nonni, lo ricordano con grande affetto. Giuseppe Riboldi che oltre a Margherita ha altri due figli, Gabriele ed Antonio, vive da solo nella casa di via Borgolo da oltre 10 anni, dalla morte di sua moglie Maria. Nemmeno la sua vedovanza lo ha convinto a cambiare vita. Nonostante l’insistenza dei figli è rimasto a casa sua senza modificare le abitudini quotidiane. In primavera coltiva anche l’orto e da qualche tempo oltre ai canarini ed alle tartarughine ha adottato in condivisione con il vicino di casa un gatto randagio. «Lo ha chiamato semplicemente Micio – dice ancora la figlia – ed è un amico inseparabile. Adesso con lui si pavoneggia un po’ e divertito è di esempio perché si gusta la bellezza della vita ad ogni età».
Mauro Depaoli