Garlasco, pista ciclabile dedicata a Malabrocca

Si torna a parlare a Garlasco della realizzazione di una pista ciclabile che collegherà la città con la frazione Bozzola. L’infrastruttura progettata per circa 39.000 euro dalla Stc di San Genesio avrà un impegno di spesa di circa 600.000 euro, 350.000 dei quali derivanti da un contributo di Regione Lombardia a fronte dell’emergenza Covid 19. Le opere dovrebbero decollare entro l’autunno. Una volta terminati i lavori la pista ciclabile verrà intitolata al campione del ciclismo Luigi Malabrocca, scomparso nel 2006 e al quale l’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Enzo Spialtini, oggi in minoranza aveva consegnato nel 2005 un riconoscimento durante la festa del volontariato. «A quel tempo presiedevo la commissione toponomastica – spiega il consigliere di “Cambiamo Garlasco” (centrosinistra) Enzo Rossato– oggi mi piacerebbe che venga riconsiderata questa idea, poi accantonata per questioni tecniche relative alla realizzazione della pista ciclabile. In più mi piacerebbe che venga indetta una gara ciclistica amatoriale in onore di Malabrocca». Adesso che tutti gli ostacoli sembrano superati anche la maggioranza presieduta da Pietro Francesco Farina è allineata sulla stessa lunghezza d’onda. «Sull’intitolazione della nuova infrastruttura – spiega il primo cittadino Pietro Francesco Farina – ad un simbolo del ciclismo non solo garlaschese ma italiano e mondiale». Nato a Tortona il 22 giugno 1920 (quest’anno si celebrano i cento anni dalla nascita) ciclista professionista dal 1946 al 1955 con quattro vittorie su strada, Malabrocca divenne celebre negli anni Quaranta per la “maglia nera” allora messa in palio dalla Gazzetta dello Sport, (da sempre al fianco del Giro d’Italia) per il ciclista che arrivava ultimo alla competizione. Attorno a questo primato che oggi è passato di moda, fiorirono addirittura leggendarie trovate: come quella di nascondersi tra i cespugli e sotto i ponti pur di raggiungere lo scopo. Luigi Malabrocca era diventato famoso, per l’appunto più che per le sue vittorie (che pure sono state prestigiose), per la “maglia nera” dell’ultimo classificato al Giro d’Italia conquistata nel 1946 e nel 1947, sempre in aperta sfida con Sante Carollo. Ma Luigi Malabrocca è stato un autentico atleta. Uno che, come avrebbe sottolineato l’indimenticato Gianni Brera, si era scelto di fare il ciclista come mestiere e come missione. Un “mestiere” che allora forse più di oggi contemplava anche una lunga e faticosa vita da gregario. Tra i dilettanti Malabrocca fu sempre uno dei migliori e tra i professionisti conquistò ambiti trofei: una Parigi-Nantes (1947) di 386 chilometri, una Parigi-Saint Valery 1948, la celeberrima Coppa Agostoni di Lissone, un giro di Croazia-Slovenia (1949) e nel circuito di Bressana (1954). Si dedicò anche al ciclocross nel periodo invernale conquistando due titoli italiani nel 1951 e nel 1953.

Mauro Depaoli

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