La Mortara che vorrei

La creazione di una consulta con tecnici locali, capaci di confrontare idee e suggerire soluzioni: un contributo sociale utile per l’amministrazione che dovrà approntare a breve il nuovo Piano di Governo del Territorio della città di Mortara. È ciò che chiede l’associazione “La Mortara che vorrei”, nuova veste del Comitato “No ai fanghi in Lomellina”. «Da molti anni – spiegano i volontari dell’associazione – quasi tutte le città hanno ampliato i centri urbani, modificandone radicalmente l’aspetto urbanistico. Crediamo che anche Mortara abbia necessità di un intervento urbanistico per rendere sostenibile la vita urbana. Parliamo anche di due temi a noi molto cari: la limitazione del consumo di suolo e l’incremento delle aree verdi. E’ ormai indifferibile la necessità di un intervento strutturale nelle grandi aree industriali dismesse che ora si trovano in uno stato di abbandono e di pericolo.

Mortara dall'alto
Mortara dall’alto

Pensiamo alla Marzotto, alla Nuova Zarine, alla ex Sacic e ad altri insediamenti minori, alle tante cascine in abbandono fra cui S.Albino, ma anche a Palazzo Lateranense per le sue valenze storiche ed architettoniche e alla necessità di inventare per questi spazi una nuova vita, che potrebbe passare dalla loro bonifica e dalla localizzazione di servizi pubblici, scuole che vadano a completare il plesso scolastico del quartiere, verde urbano, piste ciclabili. Abbiamo in questi mesi a lungo studiato la legge promulgata pochi mesi fa da regione Lombardia (n°18 del 26 novembre 2019) per facilitare e rendere più convenienti gli interventi».

Il complesso di Sant'Albino
Il complesso di Sant’Albino

“La Mortara che vorrei”sostiene anche la Via Francigena, strada storica che passa da Mortara e dalla Lomellina portando ogni anno oltre 800 persone a pernottare nell’ostello di Sant’Albino. «Certo, da due mesi i cammini sono proibiti e l’ostello, ristrutturato nell’anno duemila con i finanziamenti del Giubileo, è chiuso in questo momento difficile. E’ il momento di varare un progetto di rilancio e di valorizzazione. Questo significa promuoverla turisticamente, offrendo servizi, accoglienza, pulizia dei sentieri, posti sosta, informazione, coordinamento con le altre tappe, risistemazione del fontanile in tempi brevi, acquisizione del cascinale a scopi sociali in un progetto più ambizioso, ma ineluttabile. Ricordiamo che il cammino verso Santiago di Compostela ha visto transitare nello scorso anno 347.000 persone. Certo i numeri italiani sono decisamente più bassi, circa 40.000, ma in rapido accrescimento. Accanto alla classica Via che dal Gran San Bernardo e dal Monginevro giunge sino a Roma, negli ultimi anni sono state riscoperte molte altre vie. Esse promuovono una nuova forma di turismo, a piedi ed in bicicletta, lento, riflessivo, più attento agli incontri e alle relazioni, più innamorato dei paesaggi e della natura e con un impatto ambientale pressochè nullo o addirittura positivo. Alcune migliorie sono già state realizzate dai volontari dell’Associazione, ma molto resta da fare per rendere Mortara un luogo attrattivo e ospitale».

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