«Il 2023 sarà un anno impegnativo per il settore immobiliare ma non rivivremo la crisi del 2010-2015». L’analisi che parla di un importante rilancio della richiesta abitativa in Lomellina è di Mauro Donà, titolare di una agenzia immobiliare a Garlasco e vicesindaco di Dorno. «E’ evidente – spiega Donà – che c’è uno spostamento dall’hinterland milanese verso questa zona, Garlasco, Dorno e Gropello in primis, per avere immobili più grandi e indipendenti in zone comode con l’autostrada e a pochi chilometri da Milano, a prezzi più convenienti rispetto al Milanese. Se sapremo offrire case nuove e migliori servizi credo che potremmo addirittura vedere un aumento dei residenti. Per quanto riguarda gli affitti il 2022 è stato l’anno in cui la domanda è davvero schizzata alle stelle; ma l’offerta non tiene il passo della domanda: l’offerta è insufficiente, non solo qui ma in tutta Italia».
GLI IMMOBILI IN VENDITA Nella zona compresa tra Garlasco, Gropello, Dorno e Tromello, su uno dei principali siti specializzati nella compra-vendita di immobili (Immobiliare.it) sono indicate oltre 450 abitazioni in vendita tra case e appartamenti, ma l’80% di questi immobili ricade in una classe energetica bassa (classe F-G) al contrario, mentre gli immobili dotati di una classe energetica media (classe energetica B-C-D) sono inferiori al 10% e la classe A è quasi un miraggio.

COSA NON FUNZIONA «Il problema della nostra zona – aggiunge Donà – è la mancanza di una concreta offerta di nuove costruzioni e il super Bonus per la ristrutturazione è rimasto un sogno per molti proprietari di immobili. La pandemia ha sicuramente rimodellato le esigenze dello stile di vita, la domanda di immobili nella nostra zona è orientata per soluzioni ecosostenibili indipendenti, più spaziose. Il sistema, inaugurato nel 2020, è croce e delizia dei contribuenti alle prese con le tante modifiche normative, che hanno causato non pochi grattacapi anche ai tecnici e agli esperti del settore. Come risultato pochi proprietari hanno usufruito del superbonus e con la riduzione dell’aliquota dal 110% al 90% la mia opinione è che molti abbandoneranno l’idea, optando per la vendita».
Mauro Depaoli