L’ospedale di Mede rischia di essere depotenziato

Alla vigilia dell’incontro che si è tenuto giovedì tra la commissione ospedale di Mede e i vertici Asst e Ats, i componenti della commissione formata da rappresentanti del consiglio comunale di maggioranza e minoranza hanno inviato una lettera all’Azienda socio-sanitaria e all’Agenzia per la tutela della salute, per ribadire la volontà di mantenere attivo l’ospedale San Martino, dove è stato appena chiuso il Punto di primo intervento, in pratica il Pronto soccorso.

Dall’inizio di questa pandemia – si legge nella lettera inviata – siamo stati un’amministrazione attenta ma non invadente, la nostra commissione speciale nata in difesa dell’ospedale San Martino non ha battuto ciglio nè al ripiegamento dell’auto medica verso i territori della bergamasca, nè alla chiusura del nostro Punto di primo intervento. Eravamo consapevoli che la situazione era drammatica, il Covid era ancora sconosciuto, e, pur sapendo di andare in sofferenza nei nostri territori, sapevamo che era necessario. Prendiamo atto che finalmente dal 3 giugno è stato ripristinato il servizio Areu, seppur dietro diversi solleciti a vari livelli istituzionali, ma al contempo ci rendiamo conto che il nostro territorio sta subendo un ulteriore ed ingiusto depauperamento: come spesso avviene le notizie arrivano in maniera informale, ma ci vengono segnalati da varie fonti il ripiegamento del consultorio di Garlasco per spazi non adeguati, pur mantenendo il servizio di vaccinazione dei bambini del territorio del distretto, quando fino a pochi anni or sono anche Mede aveva il suo punto vaccinale che funzionava a meraviglia, e la chiusura dello sportello scelta/revoca del medico, fino a pochi giorni fa presente a fianco degli sportelli del Cup. Senza contare che il Ppi rimane ad oggi chiuso: anzi no, ci è stato detto che verrà riaperto non appena ci saranno le risorse umane necessarie.

Da qui un deciso “Basta!” all’impoverimento della struttura ospedaliera. «Non mettiamo in dubbio le difficoltà del momento, nessuno di noi si vuole sostituire o vuole dire ai vertici Ats ed Asst come si devono comportare, ma questo territorio ha bisogno di essere tutelato; non vogliamo il “contentino” dell’auto medica di Areu, chiediamo che il Pppi venga riaperto, chiediamo che i bambini possano tornare a vaccinarsi a Mede, la palazzina è di proprietà di Asst ed era adibita a quello fino a pochi anni fa, chiediamo che se abbiamo necessità di scegliere un medico lo facciamo allo sportello del plesso ospedaliero, com’è sempre stato, chiediamo che gli ambulatori del nostro nosocomio tornino a funzionare regolarmente, chiediamo che gli interventi di chirurgia mini-invasiva vengano riportati in una delle sale operatorie più nuove della zona. Il San Martino e i suoi dipendenti hanno appena dato dimostrazione di possedere le competenze e gli strumenti necessari per affrontare anche situazioni di emergenza, e gliene siamo grati. Non vogliamo finire sui giornali per fare notizia, vogliamo essere ascoltati, non vogliamo che ci propiniate numeri, vogliamo poter riavere il nostro ospedale, quell’ospedale nato dai lasciti dei cittadini medesi, che avevano visto in questo territorio un punto strategico per la Bassa Lomellina».

Davide Zardo

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