Osservatorio 02-07 / Sbattezzo

Sembra che dopo l’intervento del Vaticano sulla DDL Zan e la conseguente controcampagna messa in atto dalla task force mediatica dei sostenitori della stessa legge, ci sia stata un’impennata di richiesta degli “sbattezzi” (si tratta di richieste ufficiali, sostenute giuridicamente da apposite associazioni, per chiedere la cancellazione del proprio battesimo dai registri anagrafici delle parrocchie).

La cosa fa un po’ sorridere, più per pietà che per preoccupazione, in quanto sappiamo quale sia la grande forza mediatica anticlericale messa in atto proprio da quelle aree politiche che si riempiono la bocca di democrazia e di “leggi di civiltà”. Una campagna mediatica che, a pensarci bene, forse sarebbe tra le prime ad avere l’onore di essere colpita proprio dal DDL Zan, in quanto non certo si può dire che rispetti le libere scelte di opinione e di adesione sulla dimensione religiosa dei cittadini, in quanto istiga contro la libertà di adesione ad una confessione religiosa.

Al di là di questo, una riflessione, anche da parte della Chiesa stessa, si potrebbe fare, in quanto il fenomeno dello “sbattezzo” era comunque in crescita anche prima di questa campagna mediatica.
Una riflessione che parte da lontano, pensando ai cammini di catechismo cui siamo abituati e soprattutto alla incapacità di mantenere quella “fidelizzazione” alla fede (scusate il gioco di parole) che dovrebbe caratterizzare il cammino di ciascun battezzato, nelle sue diverse tappe e nelle conseguenti testimonianze.

Sappiamo tutti, infatti, che il battesimo non è semplicemente un gesto rituale o un sigillo fine a se stesso, ma richiede scelta e convinzione…

il discorso parte da lontano, a cominciare dalle famiglie che richiedono il battesimo per il proprio figlio. Sappiamo anche che la richiesta dello “sbattezzo” il più delle volte si colloca nel fenomeno che scaturisce nell’anticlericalismo o nelle adesioni ad altre confessioni religiose.
Non va certamente trascurato, soprattutto nella riflessione dei cammini pastorali e catechetici della Chiesa, puntando sempre più a scelte convinte e sostenute da autorevoli cammini di preparazione.
Per questo, forse, occorre certamente individuare nuovi percorsi, coinvolgendo non solo le famiglie del neonato, ma tutta la comunità cristiana nelle sue diverse componenti.

Non vogliamo certo fare una lezione di pastorale, ma alcuni fenomeni, come quello di cui stiamo parlando (pur letti nella loro reale dimensione…) impongono riflessioni sincere ed autorevoli.
Con questo, sappiamo che per essere “sbattezzati” non basta cancellare il proprio nome dal registro parrocchiale… è un dono e una grazia che rimane nel cuore e nell’anima e il Signore, nella Sua benevolenza, accetterà anche lui con un sorriso queste “strane” scelte, ma non toglierà mai l’amore per i suoi figli!

Dep

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