La vicenda Trump è solo un pretesto per questo editoriale, e rimane comunque marginale nel merito, ma ci porta ad alcune riflessioni di carattere socio-culturali e per certi versi, anche economiche.
Come sappiamo i più grandi social mondiali hanno “zittito” Trump”, che comunque a livello istituzionale per una settimana rimane ancora il Presidente degli Stati Uniti
Quindi hanno “zittito” il Presidente degli Stati Uniti. Ma non è questo che ci interessa e tantomeno vogliamo destare anche solo il dubbio di approvare il comportamento di Trump “uomo politico”.
Vogliamo fermarci, invece su quei tre o quattro “potenti della terra” (non politici) che hanno la possibilità di “zittire” una persona, anche un capo di stato! La cosa fa riflettere e anche preoccupare

Noi tutti ci vantiamo e parliamo di grande progresso riferendoci ai social e ci riempiamo la bocca di nuova era della comunicazione. Una comunicazione più rapida, che consente di parlare con le persone che stanno dall’altra parte del mondo, che possono scambiarsi bacini e cuoricini in ogni momento, che lascia libertà di parola e di pensiero a tutte le stranezze possibili di questo mondo, tanto da creare spesso confusione di idee e anche di notizie…
Ma forse a coloro che hanno in mano oggi i bottoni dei grandi social va bene che il loro mondo sia invaso da tutta questa gente e dalle opinioni più strampalate… salvo irrigidirsi quando leggono qualcosa che può scalfire il loro potere immenso, che non è solo quello di “fare opinione”, ma anche quello di “nascondere le opinioni”. Un esempio, in questo senso può scaturire anche quando qualcuno cerca di “valorizzare” sui social “valori etici” non graditi ad una certa cultura (vedi aborto, ad esempio) che stanno in “alto” al massimo qualche ora, poi piano piano scompaiono.

Sappiamo comunque che i “padroni dei social” non hanno creato questi mondi solo per una idealità di democrazia o per la libertà di opinione,
ma l’hanno creata anzitutto per finalità economiche e, come conseguenza soprattutto per “creare opinione”, che sappiamo non vuol dire solo “fare opinione”, ma “creare” quello che va bene alle finalità economiche dello stesso prodotto che hanno tra le mani
Se si crea, ad esempio, l’opinione, che un buon bicchiere di vino fa bene alla salute, ecco che si apre la strada ai produttori di vino sul cui settore, sempre quelle tre o quattro persone, hanno pensato anticipatamente di investire…
Un discorso lungo, che non può esaurirsi in queste trenta righe, ma che ci può aiutare, magari, a capire che “non è tutto oro quel che luccica” e che sotto tutti grandi discorsi ideali, c’è sempre il rischio di un interesse di parte…
intanto noi continuiamo a mettere “mi piace”!
Dep