Osservatorio 29-7 / Un confronto onesto

Sarà, indubbiamente, un’estate “rovente” non solo dal punto di vista meteorologico, lo sappiamo. Ci piacerebbe suggerire (per quanto la nostra voce possa essere ascoltata) una campagna elettorale che vorremmo definire “onesta”, nel senso di prendere davvero in esame i problemi del nostro Paese e cercare non solo scontri ma soprattutto “convergenze” e “chiarezze” su alcune tematiche fondamentali. Se fosse il nostro giornale a guidare una “tribuna elettorale” si servirebbe proprio delle pagine dei giornali, non tanto quelle con le dichiarazioni dei leaders politici, piuttosto quelle della vita di tutti i giorni.

Ad esempio vorremmo invitare i politici a fare proposte concrete sulle sempre più frequenti notizie di “bande” di giovani, che invadono le nostre piazze, minacciando il diritto alla sicurezza di tutti i cittadini. E ci piacerebbe una risposta che non parli sono di Forze dell’Ordine, ma che parta da lontano, che parta dai cammini educativi, che vanno dalla famiglia alla scuola… e su come una Nazione abbia il dovere/diritto di impostare ambiti e sussidi che non abbiano solo una finalità economica ma soprattutto valoriale e culturale (in qualsiasi senso).

Ci piacerebbe mettere sul tavolo di questi “talk show” il dramma dei femminicidi, che purtroppo, lo sappiamo, scaturiscono da una povertà culturale e valoriale preoccupante, nella consapevolezza che non basta una “panchina rossa” per superare questa emergenza, ma occorre a monte anche tutta una politica famigliare capace di abbracciare le diverse realtà della vita (non basta un assegno di sostentamento).

Ci piacerebbe che ci si confronti sul tema del lavoro, soprattutto quello per i giovani, non semplicemente sulla “mancanza” di lavoro, ma soprattutto sulla loro capacità di “approccio” al lavoro, che non i esaurisce nello “stipendio minimo”, ma che si evolve in una vera realizzazione del giovane nel mondo del lavoro. Infine ci piacerebbe confrontare i politici su una domanda che potrebbe sembrare strana e anche rischiosa, vale a dire qual è la loro “fede di vita”. Non una domanda sulla religiosità di una persona, ma sulla propria impostazione di vita dal punto di vista valoriale, culturale, spirituale.

Se dobbiamo affidare i “nostri figli” a coloro che hanno in mano il “futuro” di una società, dobbiamo sapere a “chi” lo affidiamo e su quali parametri vogliamo impostare la società di domani. Se qualcuno riuscisse a tirar fuori la concretezza di questi temi…”laici…” forse potrebbe essere una campagna elettorale non fatta solo di “pnrr” o “sgravi fiscali”.

Dep

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