Comunità Energetiche / 2.2 miliardi per i piccoli centri, la Lomellina è pronta?

Le Comunità energetiche rinnovabili potrebbero essere un’occasione unica anche per i piccoli comuni della Lomellina.

Se a Torre Beretti lo hanno capito e hanno giocato d’anticipo, altrove potranno fungere da stimolo i 2.2 miliardi di euro che il Pnrr metterà a disposizione per promuoverne la realizzazione in centri di meno di 5mila abitanti ovvero la maggior parte di quelli lomellini.

Entro dicembre 2025, al netto delle rinegoziazioni in corso tra Italia e Commissione europea, dovranno essere firmati i contratti per realizzare gli interventi, che dovranno essere completati entro giugno 2026 per fornire 2500 gigaWatt orari di energia rinnovabile, almeno 2000 mW per ciascun progetto. A essere coinvolte anche in questo caso potranno essere Pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese in questo modo

sostenendo l’economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento

si legge nel Piano, «e rafforzando la coesione sociale».

BENEFICI Gli obiettivi che si intende raggiungere sono la promozione delle rinnovabili a livello decentralizzato, la fornitura di energia a prezzi accessibili, il sostegno all’economia dei piccoli centri e alla coesione, la partecipazione al mercato di utenti a rischio esclusione, il contrasto a vulnerabilità e povertà energetica. Inoltre si vuole contribuire alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, visto che l’Italia si è impegnata come altri paesi a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, nonché a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, anno entro cui la quota di energia prodotta da rinnovabili dovrà essere almeno pari al 30%. Il Pnrr stima che da sole le Cer, nei centri di minori dimensioni, potranno ridurre le emissioni di CO2 di 1.5 milioni di tonnellate all’anno.

PP Comunità Energetiche - bilancio energetico-economico
il bilancio energetico-economico di una Cer

IN SOSPESO Affinché tutto questo diventi realtà tuttavia serve che il Governo promulghi i decreti attuativi per far seguito al decreto legislativo 199/2021, che erano attesi tra gli ultimi atti del governo Draghi e che il governo Meloni stenta a produrre. Al momento è in vigore una sorta di regime transitorio con tetto massimo a 200 kW, finché il quadro non sarà chiarito è difficile assumere impegni vincolanti per cittadini, imprenditori, amministrazioni, col rischio di essere distaccati dal resto dell’Ue. Enea stima che a metà secolo in Europa i “prosumer” saranno circa 264 milioni con una capacità produttiva pari al 45% dell’elettricità rinnovabile in ambito comunitario; l’azienda Ricerca per il sistema energetico indica 1750 Cer attive in Germania nel 2022, 700 in Danimarca, 500 nei Paesi Bassi, 200 in Svezia, 70 in Francia, 35 in Italia.

Gds

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